Due antichi versi cinesi dicono:
Finch¨¦
si ¨¨ in vita
non bisogna seguire l¡¯esempio delle donne,
che in cento anni di gioie e dolori,
dipendono solo dagli altri.
Si
tratta, come si pu¨° capire, di un grido di compassione per la triste
condizione femminile in epoca feudale. L¡¯autore di questi versi ¨¨
proprio Bai Juyi, vissuto milleduecento anni or sono, che ¨¨ stato il
primo poeta nella storia cinese ad elevarsi in difesa delle donne
oppresse e calpestate dalla societ¨¤ feudale. Molte sue opere hanno come
tema personaggi femminili.
Bai Juyi riserv¨° una
particolare attenzione alla vicenda delle cortigiane che avevano perduto
giovinezza e felicit¨¤ nel palazzo imperiale. Nella societ¨¤ feudale
cinese, per soddisfare il proprio piacere o per necessit¨¤ di servizio,
gli imperatori inviavano appositi funzionari tra la popolazione per
scegliere un gran numero di belle ragazze. Tra queste fanciulle, portate
forzatamente a corte, solo pochissime venivano scelte dagli imperatori,
le altre, per la maggior parte rimanevano nel palazzo imperiale come
cortigiane o venivano ospitate in residenze secondarie. Secondo i
regolamenti feudali, a queste ragazze non era permesso lasciare il
palazzo per ritornare a casa, e tanto meno sposarsi. Questo sistema
disumano suscit¨° lo sdegno di Bai Juyi che prendendo ad esempio una
vecchia cortigiana di sessant¡¯anni residente nel palazzo di Shangyang,
narr¨° in una poesia le sue sventure e la sua disperazione, onde
criticare il trattamento oltraggioso cui erano sottoposte le donne. Il
palazzo di Shangyang si trovava a Luoyang, seconda capitale al tempo
della dinastia Tang, distante pi¨´ di trecento chilometri da Chang¡¯an,
sede della corte. Nel palazzo erano radunate numerose cortigiane inviate
dalla capitale. Ispirandosi ad una di essa, Bai Juyi compose la poesia di
stile antico dal titolo ¡°La donna canuta del palazzo di Shangyang¡±.
La poesia si divide in quattro
parti di cui la prima, composta da otto versi, delinea i tratti della
protagonista. Davanti ai lettori compare cos¨¬ una donna ormai lontana
dalla giovinezza e privata della libert¨¤ personale per tutta la vita.
È l¡¯unica ad essere ancora viva del centinaio di cortigiane che
entrarono con lei a palazzo quarantaquattro anni prima.
La seconda parte, costituita
pure da otto versi, ¨¨ dedicata alla rievocazione del passato.
Ricorda quanto dolore dovette sopportare
durante il congedo dai familiari,
che la sorressero nella carrozza,
impedendole il pianto;
tutti dissero che una volta entrata a palazzo,
la favorita sarebbe diventata,
perch¨¦ il suo viso era come un fiore di loto
e il suo petto una giada.
Ma prima che il sovrano la potesse vedere
di persona,
in lontananza era gi¨¤ guardata di sbieco
dalla concubina Yang,
che per gelosia ordin¨° segretamente
di inviarla al palazzo di Shangyang,
perch¨¦ passasse il resto della sua vita
nella dimora solitaria.
La rievocazione illustra
ai lettori come la vecchia cortigiana sia entrata a palazzo. Quando fu
scelta dalla corte, le fu detto che la sua bellezza avrebbe meritato il
favore dell¡¯imperatore. Tuttavia, prima che questi la vedesse, fu
inviata segretamente al palazzo di Shangyang da Yang Yuhuan, la concubina
favorita dell¡¯imperatore, gelosa della sua bellezza.
La terza parte descrive la
segregazione perenne della vecchia cortigiana.
Nella dimora solitaria, le notti d¡¯autunno
sono lunghe,
le notti lunghi e insonni
allontanano l¡¯arrivo dell¡¯aurora.
Fioco, fioco il chiarore di una lucerna
disegna sulla parete la sua ombra,
greve, greve la pioggia
batte nelle tenebre sulla sua finestra.
In primavera, il giorno dura a lungo,
quando siede da sola
per tutta la lunga giornata,
sembra difficile possa arrivare il tramonto;
quanta noia ormai nel sentire
il pigolio continuo dei rigogoli,
da tempo ha smesso l¡¯invidia per le rondini,
ma tutto rimane immutato,
se ne va l¡¯autunno e ritorna la primavera
finch¨¦ degli anni perde il conto.
Non le resta che guardare la chiara luna
sopra il profondo palazzo,
a levante ed a ponente,
quattro o cinquecento volte ha visto il plenilunio.
Bai Juyi ¨¨ abile nel
creare immagini attraverso la raffigurazione dell¡¯aspetto e dei moti
della psiche dei suoi personaggi. All¡¯inizio della poesia egli descrive
l¡¯aspetto della vecchia cortigiana con il verso: ¡°invecchia il viso
roseo e appaiono nuovi capelli bianchi¡±. In seguito, egli si serve
della metafora delle notti d¡¯autunno e dei giorni di primavera per
esprimere il suo stato d¡¯animo.
In autunno, le foglie cadono e
le piante appassiscono: ecco il simbolo della tristezza, della malinconia
e della desolazione utilizzato dai letterati della Cina antica. Il poeta
raffigura quindi la protagonista in una dolente scena d¡¯autunno
nell¡¯intento di mettere in risalto la sua solitudine. Durante le lunghe
notti, con il sibilo del vento e il rumore della pioggia battente,
l¡¯anziana cortigiana non riesce a prendere sonno. Cos¨¬ non le resta
che sedersi nella notte profonda al chiarore di una lucerna che si spegne
a poco a poco per l¡¯esaurirsi dell¡¯olio. Ella desidera tanto
l¡¯arrivo dell¡¯aurora, ma la lunga notte autunnale tradisce la sua
aspettativa.
La brezza e il torpore, il
cinguettio degli uccelli e la fragranza dei fiori sono caratteristiche
della primavera ed il simbolo della gioia, della speranza e della vitalit¨¤.
Il poeta rappresenta la protagonista in una gioiosa scena di primavera
nell¡¯intento di far risaltare in modo drammatico la sua tristezza e
desolazione. Il trillo dei rigogoli, che di solito arreca piacere,
provoca invece nella vecchia cortigiana ripensamento e noia; le rondini
sulla trave, che volano e si riposano in coppia, suscitano generalmente
l¡¯invidia e la gelosia delle ragazze, ma ella ¨¨ ormai indifferente a
tutto ci¨°. Seduta in solitudine, aspetta il tramonto, ma la lunga
giornata di primavera sembra durare in eterno. È evidente che la
donna ha perso ormai ogni interesse per l¡¯amore e per la vita.
Quasi inebetita, ella non sa
neppure quanti anni abbia trascorso in questo profondo palazzo. Tuttavia,
ricorda chiaramente di aver assistito per quattro o cinquecento volte al
novilunio e al plenilunio. Infatti, per via delle lunghi notti insonni,
non le restava che guardare la chiara luna sui tetti del palazzo. Di
giorno in giorno, di anno in anno, ha visto la luna crescere e calare, ed
il passaggio del novilunio al plenilunio ¨¨ diventato l¡¯unico ricordo
indelebile nel mare della sua solitudine.
L¡¯abilit¨¤ del poeta nello
scegliere i punti di riferimento tradizionali della cultura cinese e nel
descrivere i moti dello spirito, gli hanno permesso di raffigurare in
modo efficace l¡¯anziana cortigiana tormentata dalla solitudine e
dall¡¯isolamento, riflettendo la crudelt¨¤ di una vita di reclusione
protrattasi per quarantaquattro anni.
Nella quarta parte il poeta
continua con sarcasmo: ¡°Oggi ¨¨ la pi¨´ anziana del palazzo, il sovrano
di lontano le assegna il titolo di Shang Shu¡±. Appresa la notizia
dell¡¯esistenza dell¡¯anziana cortigiana, l¡¯imperatore vuole onorarla
con questo titolo. Che ipocrisia! Un¡¯onoreficenza vuota, pagata con la
reclusione a vita, potr¨¤ mai ricompensarla della perdita della
giovinezza e della felicit¨¤! In seguito, il poeta indugia
sull¡¯abbigliamento e sul trucco della donna, isolata per troppo tempo
dal mondo.
Le sue scarpe sono a punta
e la veste stretta,
con un gessetto nero
dipinge sottili e lunghe le sopracciglia;
la gente fuori ne riderebbe se la vedesse,
perch¨¦ ¨¨ la moda degli ultimi anni
di Tian Bao.
Mentre ¨¨ in voga un tipo
di abbigliamento piuttosto ampio e fluttuante, la donna canuta del
palazzo di Shangyang porta scarpe a punta e vesti strette, secondo il
costume di quarantaquattro anni prima; mentre la moda impone ormai
sopracciglia brevi e accentuate, la donna canuta di Shangyang ¡°con un
gessetto nero dipinge sottili e lunghe sopracciglia¡± come si faceva al
tempo della sua giovinezza. Tutto ci¨° a testimonianza della sua vita da
reclusa.
Negli ultimi versi, Bai Juyi,
secondo la sua consuetudine, mette in evidenza l¡¯intento della poesia:
La donna di Shangyang,
al colmo ¨¨ la sua pena,
ha sofferto in giovinezza,
soffre in
vecchiaia,
con questo continuo dolore come fare?
Non vedete, signori,
che Lu Xiang ha scritto
¡°L¡¯ode per le belle donne¡±,
e che oggi ¨¨ apparso un canto
sulla donna canuta di Shangyang!
Lu Xiang, un funzionario
vissuto oltre mezzo secolo prima di Bai Ju Yi aveva scritto ¡°L¡¯ode
per le belle donne¡± per esortare l¡¯imperatore a non rinchiudere pi¨´
a vita le cortigiane. Tuttavia il suo invito cadde nella pi¨´ assoluta
indifferenza. Con questi versi, Bai Juyi intende dire che la tragedia
delle cortigiane forse non avr¨¤ mai fine.
In questa poesia narrativa
composta da quarantuno versi, Bai Juyi, evitando di parlare di aspetti
concreti della vita della donna canuta di Shangyang, si limita a
descriverne lo stato d¡¯animo durante le notti d¡¯autunno e i giorni di
primavera; presenta solo la sua vecchiaia senza soffermarsi sulla
giovinezza e sulla maturit¨¤; fa luce sulla sua malinconica disperazione,
tralasciando i momenti di speranza. Grazie a ci¨°, ne risulta un quadro
quanto mai veritiero e commovente: l¡¯intera esistenza della donna
canuta di Shangyang, rinchiusa a palazzo da quarantaquattro anni. Alla
lettura, ¨¨ impossibile restare indifferenti di fronte all¡¯intensit¨¤ e
tragicit¨¤ della vicenda, resa magistralmente da Bai Juyi con
indimenticabili tocchi espressivi.
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