La successiva parola chiave, forse avete indovinato, è "basso tenore di carbonio". Durante la crisi finanziaria, i settori tradizionali si sono preoccupati uno dopo l'altro di "sopravvivere", mentre quelli emergenti hanno proseguito la propria ascesa. L'economia a basso tenore di carbonio, compresi i settori strategici emergenti, come le nuove risorse energetiche, è diventata non solamente il futuro punto di crescita su cui ripongono grandi speranze i policy-maker per rispondere alla crisi, ma riflette anche un atteggiamento altamente responsabile della Cina in risposta al riscaldamento climatico.
Nei primi tre trimestri dell'anno, le energie pulite occupano il 32.9% della nuova capacità installata nazionale, con un aumento del 5.6% rispetto allo stesso periodo del 2008. Anche il settore di auto a nuove energie si trova in fase ascendente. Secondo il piano statale, nel 2020 la percentuale di utilizzo di energie non fossili nel consumo di quelle non rinnovabile raggiungerà il 15%.
Il 26 novembre, il governo cinese ha annunciato l'obiettivo di controllo delle emissioni di gas serra: entro il 2020 realizzerà una riduzione del 40-45% rispetto al 2005 di quelle di anidride carbonica per unità di Pil. Il vice direttore della Commissione statale per lo sviluppo e la riforma, Xie Zhenhua, ha affermato che la Cina non potrà più seguire il tradizionale modello di sviluppo ad alto consumo energetico, alte emissioni ed alto inquinamento, ma dovrà elevare la qualità della crescita economica tramite la riduzione delle emissioni, una grande responsabilità per lo sviluppo a lungo termine del genere umano.
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