Bianca: Jincheng ha fatto parte per anni della squadra ciclistica "Lulusheng" di Wenzhou, ma nessun ciclista cinese dopo di lui ha avuto il coraggio di ripetere la sua impresa. Egli dice che allora molti di loro lo consideravano un pazzo, invece all'estero sport estremi come questo sono molto praticati.
Gabri: I pionieri pagano sempre un alto prezzo, ovunque nel mondo, non è vero?
Bianca: Hai ragione! Dopo l'interesse per la bicicletta, Jincheng ora coltiva a fondo quella del collezionismo di antiche lanterne, di cui possiede una collezione di 20mila esemplari, la più grande della Cina. Ma ora ridiamo la parola al nostro eroe: "Dopo essermi ritirato dallo sport agonistico, mi sono dato alle altre mie passioni, prima per le giade, poi per le rocce strane e infine per le lanterne, su cui adesso mi concentro, anche perché le ritengo un simbolo di luce e di speranza. Oggi possiedo una collezione di 20mila fra antiche lanterne, candele, accendini, ricevute di vendita di petrolio e altri oggetti collegati. Intendo classificare il tutto e aprire un museo, per permettere ad adulti e bambini di capire com'era l'illuminazione nell'antica Cina. Penso di costruire il museo qui, nell'area del ristorante, che è molto ampia, insieme all'accademia Qingdeng e a una strada degli antichi mestieri di Wenzhou (sarto, fabbro, ecc.), in modo che i giovani cinesi e anche gli stranieri possano capire la situazione di un tempo. A Wenzhou esistono già dei musei di artigianato, fra cui quelli dell'Università e del Centro di ricerche sull'artigianato locale, ma nessuno privato di queste dimensioni".
Gabri: Nel cortile dell'agriturismo che Jincheng gestisce insieme alla bella e capace moglie, Jianhui, si trova la sede staccata del Museo Jianchuan del Sichuan, fondato da Fan Jianchuan, un quarantenne dalla storia interessante: militare, ha lasciato l'esercito, è entrato nella carriera amministrativa, diventando vicesindaco di una città, ha lasciato anche questa, ed è entrato nel settore immobiliare. Appassionato di collezionismo, con i proventi guadagnati ha fondato un gruppo di venti musei nel distretto di Anren, nel Sichuan, e Jincheng collabora con lui nella ricerca dei pezzi.
Bianca: Trovo molto positivo questo impegno degli imprenditori cinesi per la cultura. Jincheng ha aggiunto che accanto al museo, intende anche creare una sede staccata del Centro di ricerche sulle ceramiche "Ou" di Wenzhou.
Gabri: Mi sembra un'ottima idea. Le ceramiche "Ou" si chiamano così perché "Ou" è l'antico nome di Wenzhou, per cui il ricamo locale si chiama "Ouxiu" (ricamo Ou), la scultura "Ousu" (scultura Ou), e così via. Nel corso della nostra visita a Wenzhou, abbiamo avuto il piacere di ammirare la collezione di ceramiche "Ou" del signor Pan Guosen, che riempie praticamente il suo grande alloggio nel centro della città. La formace "Ou" fu attiva dall'epoca Han (206 a.C.-220 d.C.) all'epoca Song (960-1279), e produsse giare e ciotole di varia dimensione di color verde chiaro o giallino, di grande bellezza. Una cosa positiva è che dopo secoli di interruzione, la municipalità di Wenzhou ha deciso da poco di ripristinare la produzione artigianale delle ceramiche, permettendo loro di farsi nuovamente amare ed apprezzare dal pubblico.
Bianca: Un'altra positiva iniziativa di preservazione del ricchissimo patrimonio d'arte del Zhejiang, per cui è necessario l'impegno non solo del governo, ma anche dei privati. In questo senso, uno sportivo come Jincheng continua a fare da pioniere. Egli osserva: "Voglio dimostrare che gli sportivi non hanno affatto, come purtroppo si dice spesso, 'un cervello semplice e muscoli sviluppati', ma che gli sportivi di successo sono intelligenti e perspicaci: senza discriminazione e forza di volontà, come potrebbero primeggiare? E' vero che pochi sportivi si dedicano alla cultura, ma io voglio stabilire un modello, e dimostrare che anche noi possiamo farlo. Da poco sono anche stato nominato membro della CCPPC della città in rappresentanza del mondo dello sport. Il governo locale mi sostiene e molti organismi e fondi privati cinesi sono interessati alla mia iniziativa. Alla fine, donerò la mia collezione allo Stato".
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