Nel 2003 gli Stati Uniti hanno invaso l’Iraq con il pretesto della “democrazia e libertà”, e durante questo processo l'esercito americano in Iraq ha commesso atrocità, torture e omicidi contro un gran numero di civili iracheni innocenti. Nel 2004 sono state rese pubbliche foto che mostrano come i militari statunitensi di stanza nella prigione di Abu Ghraib insultavano e umiliavano i detenuti iracheni. L’incidente ha immediatamente suscitato l'indignazione pubblica della comunità internazionale.
Il 12 novembre, ora locale, una giuria federale statunitense ha stabilito che un appaltatore militare incaricato dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti deve pagare 42 milioni di dollari di danni a tre iracheni che sono stati torturati nella prigione di Abu Ghraib durante la guerra in Iraq.
I media iracheni ritengono generalmente che la sentenza non tocchi la più ampia responsabilità degli Stati Uniti nelle violazioni dei diritti umani, chiedendo alla comunità internazionale di indagare ulteriormente e scoprire la piena portata dei crimini commessi nel caso delle torture nella prigione di Abu Ghraib, al fine di servire da monito per il futuro.
Allo stesso tempo, alcuni cittadini iracheni hanno messo in dubbio l’equità della sentenza, sostenendo che si tratta solo di una “azione simbolica” degli Stati Uniti sotto la pressione internazionale, e che i risarcimenti odierni sono più una “copertura” per placare le vittime che delle scuse sincere e delle assunzioni di responsabilità per quanto accaduto.