Il 29 ottobre, nonostante le diverse opposizioni, la Commissione Europea ha deciso di imporre dazi anti-sovvenzioni quinquennali sui veicoli elettrici importati dalla Cina, con decorrenza dal 31 ottobre. La Cina ha espresso la propria contrarietà al provvedimento, annunciando di aver attivato il meccanismo di risoluzione delle controversie nell'ambito dell'Organizzazione Mondiale del Commercio.
La Cina contesta la decisione ritenendo irregolari e irragionevoli le azioni dell'UE. Secondo la Cina, le misure investigative proposte dall'Unione Europea, pur dichiarandosi a tutela della "concorrenza leale", nascondono in realtà intenti protezionistici e di "concorrenza sleale".
La Camera di Commercio della Cina per l'Importazione e l'Esportazione dei Prodotti Macchinari ed Elettronici (CCCME) è stata l'unica rappresentante cinese a partecipare alle consultazioni con l'UE. In un'intervista esclusiva rilasciata a Guoji Ruiping del China Media Group, il vicepresidente della CCCME Shi Yonghong, presente ai negoziati, ha dichiarato che le indagini dell'UE, condotte senza una richiesta formale del settore e con prove insufficienti, sono illegittime e rappresentano una mera "dichiarazione politica". Ha aggiunto che i funzionari tecnici dell'UE, pur avendo inizialmente concordato su alcune problematiche, hanno successivamente ritrattato le proprie posizioni a causa di pressioni politiche, non mostrando una reale volontà di risolvere i problemi.
Dalla selezione mirata delle aziende campione, alla fabbricazione ed esagerazione dei cosiddetti "sussidi", fino alle pressioni sulle aziende cinesi per la divulgazione di informazioni commercialmente sensibili, le pratiche dell'UE violano i principi dell'OMC di apertura, equità e non discriminazione, contraddicendo le regole del libero mercato da essa sempre sostenute. Questo genererà una situazione di "perdite multiple" con significativi costi anche per l'UE.
Da un punto di vista economico, sarà compromessa innanzitutto la stabilità della catena di produzione e approvvigionamento dell'industria automobilistica, con conseguente danno per costruttori e consumatori europei. Il BMW Group ha dichiarato che l'approccio dell'UE, anziché migliorare la competitività delle case automobilistiche europee, danneggerà le aziende che operano a livello globale.
Nel frattempo, la decisione dell'UE influirà inoltre sulla cooperazione Cina-Europa in materia di investimenti, a causa delle preoccupazioni sull'ambiente commerciale europeo, e comprometterà gli impegni nella transizione ecologica e gli sforzi globali contro il cambiamento climatico. In una prospettiva più ampia, questa scelta accentuerà le divisioni interne all'UE, comportando costi politici.
Va rilevato che la parte europea ha manifestato l'intenzione di proseguire i negoziati con la Cina sugli impegni dei prezzi. La Cina mantiene la sua posizione di voler risolvere le controversie commerciali attraverso il dialogo e la consultazione. L'auspicio è che le parti possano procedere nella stessa direzione e raggiungere presto una soluzione reciprocamente accettabile.