Il 22 ottobre, ora locale, il Terzo Comitato della 79esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite (UNGA) ha tenuto un dibattito generale sulle questioni di diritti umani. In risposta alle voci infondate diffuse sulla situazione dei diritti umani in Cina, da pochi paesi occidentali, come Australia e Stati Uniti, l’ambasciatore Fu Cong ha respinto con fermezza le accuse sul posto. Oltre 100 paesi hanno sostenuto la corretta posizione cinese in modi diversi, come dichiarazioni congiunte e individuali, opponendosi alla politicizzazione della questione dei diritti umani.

Il rappresentante del Pakistan ha rilasciato una dichiarazione congiunta a nome di quasi 80 paesi, tra cui anche la Cina, sottolineando che le questioni relative a Xinjiang, Hong Kong e Xizang sono affari interni cinesi. La dichiarazione conteneva un’opposizione alla politicizzazione dei diritti umani, ai doppi standard e all’interferenza negli affari interni di altri Paesi con il pretesto dei diritti umani.

L’ambasciatore Fu Cong ha espresso una ferma opposizione e un fermo rifiuto contro le false accuse di pochi paesi occidentali, affermando che la situazione dei diritti umani che più necessiterebbe dell’attenzione delle tre commissioni dell’Assemblea Generale oggi è senza dubbio Gaza. Il fatto che l’Australia, gli Stati Uniti e una manciata di altri Paesi abbiano minimizzato questo inferno umano continuando ad attaccare e infangare la pacifica e tranquilla regione cinese del Xinjiang, dimostra ancora una volta che il vero obiettivo di Australia, Stati Uniti e di una manciata di altri Paesi è quello di usare i diritti umani come pretesto per interferire negli affari interni della Cina, frenarne lo sviluppo e usarlo come mezzo per reprimere i Paesi in via di sviluppo che aderiscono alla loro politica estera indipendente e autonoma.