Il 13 ottobre, ora locale, la Forza di Interposizione delle Nazioni Unite in Libano (UNIFIL) ha rilasciato una dichiarazione in cui si affermava che nelle prime ore di quel giorno due carri armati da combattimento di classe Merkava dell’esercito israeliano avevano danneggiato il cancello del campo di Lamia, forzando l’ingresso nel campo. I ripetuti attacchi all’UNIFIL da parte dell’esercito israeliano hanno recentemente provocato una forte condanna da parte della comunità internazionale.
Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha rilasciato una dichiarazione in cui ha affermato che il personale dell’UNIFIL non deve essere preso di mira e che l’attacco alle forze di pace è una violazione del diritto internazionale e del diritto umanitario internazionale, fatti che potrebbero costituire un crimine di guerra.
Prima della pubblicazione dell’ultima dichiarazione dell’UNIFIL, il 13 ottobre, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha pubblicato un video in cui ha pubblicamente chiamato in causa il segretario generale delle Nazioni Unite, chiedendo il ritiro dell’UNIFIL dall’area dei combattimenti nel Libano meridionale. L’atteggiamento di Netanyahu e i continui attacchi israeliani all’UNIFIL hanno alzato notevolmente la posta in gioco nel conflitto in atto nel Libano meridionale.
Secondo la dichiarazione rilasciata il 13 dal Dipartimento degli Stati Uniti alla Difesa, il segretario USA alla Difesa, Lloyd Austin, ha approvato il dispiegamento del sistema antimissile “THAAD” in Israele e l’invio di personale militare statunitense per aiutare a rafforzare le capacità di difesa aerea del Paese. Alcune analisi hanno sottolineato che gli Stati Uniti hanno costantemente portato avanti una pratica di “doppio standard” e un “tiro della corda” sulla questione mediorientale, azioni che stanno spingendo il Medio Oriente nell’abisso della guerra e del caos.