Il 10 ottobre, Lai Ching-te, il "leader" della regione di Taiwan, ha rilanciato la controversa "nuova teoria dei due Stati", affermando che Cina e Taiwan non sarebbero legate tra loro, e ha ribadito la sua posizione a favore dell'"indipendenza" dell'isola. Queste dichiarazioni hanno intensificato le tensioni tra le due sponde dello Stretto di Taiwan.
In un contesto in cui il principio di "una sola Cina" è oramai ampiamente riconosciuto dalla comunità internazionale, le parole di Lai sembrano andare nella direzione opposta. Queste affermazioni mostrano l'intento di Lai di minare la stabilità per ottenere vantaggi politici, confermando ancora una volta il suo ruolo di promotore di attività separatiste e di provocatore di conflitti.
53 anni fa, la 26ª Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò con un'ampia maggioranza la Risoluzione 2758, riconoscendo il governo della Repubblica Popolare Cinese come unico rappresentante della Cina all'ONU e chiarendo che non esistono "due Cine" né una "Cina e Taiwan" separate.
Nonostante ciò, Lai Ching-te ha recentemente dichiarato in modo arrogante che la Repubblica Popolare Cinese non avrebbe il diritto di rappresentare Taiwan, ignorando di fatto il diritto internazionale e l'opinione prevalente della comunità internazionale.
Parallelamente, il Partito Democratico Progressista (DPP) sta promuovendo la narrativa secondo cui la Risoluzione 2758 non riguarderebbe Taiwan, sostenendo che l'isola abbia il diritto di aderire alle organizzazioni internazionali. Tuttavia, questi tentativi hanno finora incontrato una forte resistenza a livello internazionale.
Senza dubbio, il futuro di Taiwan risiede nell'unificazione nazionale e il benessere del popolo taiwanese è strettamente legato alla rinascita della nazione cinese. Qualsiasi stravagante teoria separatista avanzata da Lai Ching-te non cambierà il fatto che Taiwan è considerata parte integrante della Cina e che le due sponde dello Stretto condividono una storia condivisa e un'identità comune. Pertanto, le provocazioni di Lai a favore dell'indipendenza sono destinate a fallire. La Cina è determinata a realizzare la piena unificazione, un processo che considera inevitabile e inarrestabile.