La Cina è sempre più coinvolta nella governance globale e nella sua ristrutturazione. In 75 anni, da quando è stata fondata la Repubblica Popolare Cinese, il contributo offerto al mondo è stato enorme. Non solo nella diplomazia multilaterale adottata da Pechino per promuovere la costruzione di una comunità umana dal futuro condiviso, ma anche nel fatto che la Cina è sempre molto attiva nei forum internazionali, ai quali partecipa regolarmente, nonché promotrice di nuove piattaforme di dialogo e progettazione condivisa nell’ambito del FOCAC, della BRI e della SCO, solo per fare alcuni esempi.
La Cina, per esempio, è diventata il maggiore contributore di truppe alle operazioni di mantenimento della pace tra i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza, nonché il secondo maggiore contributore al bilancio ordinario delle Nazioni Unite e alle sue valutazioni per il mantenimento della pace. Inoltre, la Repubblica Popolare Cinese è in prima linea nel rafforzare la cooperazione nel Global South. Da questo punto di vista, ha promosso la storica espansione del gruppo dei Brics, ha sostenuto l’Unione Africana nell'adesione al G20 e, al contempo, si è impegnata ad aumentare la rappresentanza dei Paesi in via di sviluppo negli affari globali. Con l’obiettivo ultimo, va da sé, di rendere l’architettura della governance globale più equilibrata, inclusiva ed efficace.
Dalla Belt and Road Initiative alla Global Development Initiative, dalla Global Security Initiative alla Global Civilization Initiative, sono numerose le iniziative proposte dalla Cina negli ultimi anni per dare il proprio contributo nell’affrontare le sfide globali. Il tutto seguendo i principi di cooperazione, apertura e uguaglianza, e rispettando la sovranità e l’integrità territoriale di tutti i Paesi. Di fronte alla minaccia climatica, la Repubblica Popolare Cinese otterrà la più grande riduzione dell’intensità delle emissioni di carbonio nel più breve tempo nella storia mondiale, e si è impegnata a sostenere la transizione energetica dei Paesi in via di sviluppo (dall'Africa al Sud-Est asiatico). Inoltre, di fronte alle sfide poste dall’intelligenza artificiale, la Cina sostiene l'istituzione di un organismo internazionale di governance dell’IA nel quadro delle Nazioni Unite per salvaguardare congiuntamente il benessere dell’umanità.
Entrando ancor più nello specifico del nuovo ruolo cinese nell’arena internazionale, è doveroso sottolineare come la Repubblica popolare stia fornendo un contributo fondamentale nella transizione energetica al livello mondiale. Basta citare alcuni dati: secondo il Rapporto globale sull’energia eolica 2024 pubblicato dal GWEC, la Cina è in testa allo sviluppo dell’eolico offshore per il sesto anno consecutivo, aggiungendo 6,3 GW di nuova capacità nel 2023, pari al 58% del mondo, mentre l’incremento della produzione di energia solare – in termini assoluti – è stato superiore a quello dell’intero pianeta. Il raddoppio della produzione eolica e solare sarà insomma raggiunto dalla Cina in tempi ben più rapidi rispetto ai paesi europei. Gli investimenti cinesi in progetti a basse emissioni hanno contribuito per circa il 40% alla crescita del Pil nel 2023, pari a 11,4 trilioni di RMB. L’impegno profuso dal governo cinese nello sviluppare le fonti rinnovabili è d’altronde motivato dalla volontà di contribuire a ridurre le emissioni globali di CO2.
Sul fronte diplomatico, infine, la Cina ha assunto una centralità indiscutibile nell'ambito dei colloqui volti a cercare di risolvere i conflitti e le crisi più delicate del mondo. A luglio, alti rappresentanti di 14 fazioni palestinesi hanno tenuto colloqui di riconciliazione a Pechino, firmando la Dichiarazione di Pechino sulla fine delle divisioni e il rafforzamento dell'unità nazionale palestinese. In precedenza, a giugno, alti funzionari ucraini avevano visitato la capitale cinese per discutere l’invio di una delegazione al vertice sull'Ucraina in Svizzera, nel tentativo di facilitare un processo di pace nell'ambito del conflitto in corso da più di due anni. In seguito, l'allora ministro degli Esteri di Kiev, Dmytro Kuleba, aveva effettuato un importante viaggio a Pechino per gli stessi motivi. Nel marzo 2023, e dopo anni di aperta ostilità reciproca, l'Arabia Saudita e l'Iran hanno concordato di ripristinare i rapporti diplomatici in seguito a colloqui facilitati dalla Cina, in uno sviluppo significativo per le due nazioni e una manna per la sicurezza e la stabilità del Medio Oriente e per il mondo intero.
In appena 75 anni, dunque, la Cina ha offerto al mondo progetti e soluzioni, competenze e saggezza utili ad una maggiore cooperazione comune per migliorare le condizioni dell'umanità intera. Essendo il più grande Paese in via di sviluppo del pianeta, inoltre, la Cina si è anche impegnata a fornire al mondo beni pubblici nei limiti delle sue capacità. Continuerà a farlo anche in futuro, nonostante le provocazioni, la crescente mentalità da Guerra Fredda adottata da alcuni governi occidentali e la nuova stagione di protezionismo. In ogni caso, la Cina continuerà a rafforzare lo status delle Nazioni Unite e a seguire i principi della Carta delle Nazioni Unite.
L'autore Fabio Massimo Parenti è professore associato di studi internazionali e Ph.D. in Geopolitica e Geoeconomia