I negoziati tra Cina e UE sul caso dei sussidi ai veicoli elettrici sono ancora in corso.

In base alle passate esperienze, per alcuni casi di attrito commerciale è ovviamente positivo se le due parti possono basarsi su una comunicazione approfondita e una negoziazione amichevole, concludendo alla fine con impegno sul prezzo, ma è anche normale se la controparte chiede troppo e non si riesce a raggiungere i risultati attesi Ma qualunque sia il metodo adottato, la determinazione della Cina a salvaguardare i propri interessi fondamentali non cambierà. Nei giorni scorsi il primo Ministro spagnolo ha effettuato una visita in Cina e ha invitato l’Unione Europea ad abbandonare il suo piano di imporre tariffe aggiuntive sui veicoli elettrici fabbricati nel Paese. Alcuni analisti di media stranieri hanno affermato che ciò potrebbe indebolire lo strumento principale dell’UE per contrastare l’industria dei veicoli elettrici sostenuta dal governo cinese.

Gli investimenti cinesi nel campo dei veicoli elettrici del mercato europeo mostrano un rapido trend di crescita. I produttori cinesi di batterie hanno annunciato investimenti per un valore di 17,5 miliardi di dollari in Europa e si prevede che, entro il 2030, la loro capacità produttiva in Europa rappresenterà circa il 20% di quella totale del continente. Se l’Europa vuole continuare a mantenere uno spazio per la cooperazione e lo sviluppo, deve fare una scelta giusta il prima possibile e cancellare le tariffe aggiuntive sui prodotti cinesi. 

Per il governo cinese, nei confronti degli attriti, la Cina è certamente intenzionata a cercare accordi e risolvere i problemi attraverso la comunicazione. Ma ciò non significa che essa prenderà l’iniziativa di fare concessioni in cambio della cosiddetta “riconciliazione” di fronte a crescenti attriti e pressioni. La Cina non rinuncerà mai ai suoi interessi fondamentali.