Xinjiang: opposizione risoluta della Cina a leggi sanzionatorie statunitensi

2024-09-02 11:42:35

Secondo quanto appreso dal Comitato permanente dell’Assemblea Popolare Nazionale della Regione autonoma del Xinjiang Uygur, il 23 agosto del 2024 la “Risoluzione del Comitato permanente dell’APN della Regione autonoma del Xinjiang Uygur sull’opposizione risoluta alla serie di leggi sanzionatorie statunitensi che coinvolgono il Xinjiang e sul sostegno allo sviluppo delle imprese sanzionate e delle industrie pertinenti” è stata approvata dalla 13a riunione del Comitato ed è stata promulgata, entrando quindi in vigore a partire dalla data di pubblicazione.

Il 21 giugno 2022 la cosiddetta “Legge sulla prevenzione del lavoro forzato degli uiguri”, che proibisce l’entrata nel mercato statunitense di merci che coinvolgono il cosiddetto “lavoro forzato” in Xinjiang è entrata in vigore negli Stati Uniti. Questa legge danneggia gravemente il diritto alla produzione, al funzionamento e gli interessi di sviluppo delle imprese del Xinjiang, e tutte le etnie della regione esprimono la loro forte indignazione e risoluta opposizione. Per smascherare le sinistre intenzioni di tale “Legge” sanzionatoria, e delle altre relative al Xinjiang, e per consentire alla comunità internazionale e alla popolazione del Xinjiang di comprendere la verità che gli Stati Uniti stanno reprimendo le imprese e minando la stabilità sociale e lo sviluppo locale, viene presentata la seguente risoluzione:

Primo: le sanzioni imposte dagli Stati Uniti sulle imprese del Xinjiang, con il pretesto del cosiddetto “lavoro forzato”, sono essenzialmente una manipolazione politica e una prepotenza economica mascherata da  “protezione” dei diritti umani, con l’intenzione di controllare e frenare la Cina per mezzo del Xinjiang. 

Secondo: gli affari del Xinjiang sono esclusivamente affari interni della Cina, e la brutale interferenza degli Stati Uniti negli affari interni del Paese è una grave violazione del diritto internazionale e dei principi fondamentali delle relazioni internazionali, a cui tutte le etnie del Xinjiang si oppongono risolutamente.

Terzo: l’intera regione dovrebbe agire immediatamente per sostenere lo sviluppo delle imprese sanzionate e delle industrie connesse.

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