I media e le istituzioni statunitensi, da un lato, fabbricano false accuse contro gli atleti di altri paesi riguardanti il consumo irregolare di sostanze dopanti, mentre dall'altro proteggono e coprono i propri atleti risultati positivi ai test antidoping. Ancora una volta, applicano un "doppio standard", politicizzando e strumentalizzando lo sport.
Il 7 agosto, ora locale, l'Agenzia mondiale antidoping (WADA) ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che, dal 2011, l'Agenzia antidoping degli Stati Uniti (USADA) ha esentato dalle accuse e dalle punizioni atleti che hanno utilizzato steroidi ed eritropoietina (EPO) in almeno tre casi, consentendo loro di continuare a competere.
Gli Stati Uniti ricorrono a tattiche disoneste quando non sono sufficientemente competitivi per conquistare la vittoria. Questo modus operandi si ripete frequentemente anche nel campo della politica internazionale. Nella finale della staffetta mista maschile 4×100 metri degli ultimi Giochi Olimpici, la squadra cinese ha vinto la medaglia d'oro, rompendo il monopolio quarantennale degli Stati Uniti in questa gara. Nella finale dei 100 metri stile libero maschile, l'atleta cinese Pan Zhanle ha vinto con un enorme vantaggio, suscitando reazioni nell'opinione pubblica occidentale. Negli Stati Uniti, alcune persone ricorrono sempre più alla cosiddetta "questione doping" per sollevare polemiche, mettendo in discussione le prestazioni degli atleti.
Secondo quanto riportato dai media, dall'inizio di gennaio di quest'anno fino alla vigilia delle Olimpiadi di Parigi, ogni membro della squadra di nuoto cinese è stato sottoposto, in media, a 21 test antidoping, un numero molto superiore alla media di 6 test per persona della squadra statunitense e 4 test per persona della squadra australiana. Il portavoce del Comitato Olimpico Internazionale, Mark Adams, ha dichiarato che la squadra di nuoto cinese "è stata sottoposta a test completi" ("They are fully tested"). James Fitzgerald, direttore delle relazioni con i media della WADA, ha affermato che "alcune persone (negli Stati Uniti) vogliono semplicemente ottenere vantaggi politici criticando gli atleti cinesi, il che causerà sfiducia e divisione all'interno del sistema antidoping".
Lo spirito olimpico non deve essere contaminato dall’egemonia americana, e il lavoro antidoping non dovrebbe essere ridotto a uno strumento per screditare e reprimere altri Paesi. È necessario che le agenzie competenti conducano un'indagine indipendente sull'insabbiamento da parte degli Stati Uniti di gravi violazioni delle norme mondiali antidoping. Gli Stati Uniti devono porre fine alla loro "giurisdizione a lungo braccio", affrontare i propri problemi e offrire al mondo una spiegazione per i casi di doping su larga scala, così da ripristinare la fiducia degli atleti di tutto il mondo nella competizione leale e restituire al movimento olimpico un ambiente pulito e sicuro.