Il Vertice G7 del 2024 si terrà dal 13 al 15 Giugno in Italia. È prevedibile che, durante l’evento, l’argomento Cina sarà inevitabilmente discusso. Durante la conferenza dei ministri degli Esteri e delle Finanze, tenutasi recentemente, i partecipanti hanno puntato il dito contro la Cina, accusandola di cosiddette “politiche e pratiche non di mercato”, tentando così di unire le forze del G7 per impegnarsi nel cosiddetto “de-risking”.
L’alto rapporto qualità-prezzo e la forte competitività dei prodotti cinesi deriva da una concorrenza di mercato stringente e non da sussidi, proibiti dall’Organizzazione mondiale del commercio. Le aziende leader nel campo delle energie rinnovabili, dell’economia delle piattaforme (Platform Economics), degli elettrodomestici di consumo e così via sono principalmente private, e il 30% delle importazioni e delle esportazioni cinesi nel 2023 è stato realizzato da aziende a capitali esteri. La Cina si impegna da sempre nel promuovere la liberalizzazione e le facilitazioni del commercio e degli investimenti, fornendo opportunità al mondo attraverso la propria catena di approvvigionamento e il suo enorme mercato.
Nel frattempo, all’interno del G7, sta crescendo l’opposizione alle controversie commerciali con la Cina. Il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, ha affermato che la Cina rimane tuttora un partner economico dell’Europa, e che una guerra commerciale con essa non è nell’interesse della Francia. Anche il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, ha rilevato che nessuno vincerebbe una guerra commerciale, ci sarebbero soltanto perdenti.
Solo abbandonando il pensiero del gioco a somma zero, affrontando la cooperazione internazionale con mente aperta e cercando un terreno comune e opportunità di cooperazione, è possibile ottenere vantaggi reciproci e win-win.