[In altre parole] Dunhuang: Oasi di cultura e crocevia di civiltà

2024-06-07 17:37:39

Sorta come avamposto cinese lungo l'antica Via della Seta, Dunhuang rappresenta un affascinante crocevia di culture e un tesoro inestimabile di storia. Da questa città, situata ai margini del deserto del Gobi, partivano le carovane cariche di merci pregiate, mentre mercanti e viaggiatori provenienti da terre lontane vi giungevano, portando con sé idee, lingue e religioni. Tra queste, il Buddismo ebbe un impatto profondo, intrecciandosi con la cultura locale e dando vita a un sincretismo culturale unico.

Oggi il nostro “viaggio” in Cina ci porta a Dunhuang, città-oasi nella provincia nord occidentale del Gansu. 

Il primo a parlarci dell’etimologia della parola “Dunhuang” è Ying Shao nel celebre Libro degli Han, un classico della storiografia cinese, un compendio enciclopedico sulla dinastia Han occidentale (202 aC - 8 dC). Secondo Ying, “Dun” significa grande e “Huang” grandioso.

Già il nome, quindi, riflette un senso di evidente importanza e grandezza per il ruolo svolto da questo seducente luogo. Oggi Dunhuang è celebre per le sue Grotte di Mogao, un complesso di oltre 492 santuari rupestri buddisti scolpiti nella roccia, decorati con affreschi e sculture di straordinaria bellezza. Tra i reperti più sensazionali rinvenuti all'inizio del XX secolo figurano antichi documenti, libri e pergamene che offrono una finestra inestimabile sulla cultura e le religioni conosciute dagli antichi carovanieri. E qui tocchiamo un nodo nevralgico della vicenda. Perché Dunhuang era anticamente un avamposto militare sorto attorno ad una vasta oasi nel deserto, passaggio obbligato delle rotta carovaniere dell’Antica Via della Seta. Oggi la sua importanza sul piano storico e culturale le ha conferito un ruolo originale nel progetto Belt and Road Initiative. Il che chiarisce in modo univoco come questa iniziativa non sia ascrivibile semplicemente ad un progetto infrastrutturale e commerciale.

Quando a settembre del 2017 ho avuto la fortuna di poter prendere parte all’expo sulla cultura (Silk Road -Dunhuang- International Cultural Expo) ho potuto toccare con mano l’importanza assunta da questo hub storico e culturale nello sforzo cinese di preservare un filo di continuità tra il passato ed il presente. Proprio l’iconica leggenda di Dunhuang ci permette di cogliere un tratto saliente dello sforzo della Cina contemporanea: quello di insistere nella necessità di interazioni crescenti tra Oriente ed Occidente e, insieme, valorizzare iniziative che promuovano l’apprendimento reciproco e l’uguaglianza culturale e dei diversi sistemi politici. Questo è il ruolo svolto dal Dunhuang nel passato e, visitare il deserto o accingersi all’oasi, aiuta a fantasticare sui bivacchi di duemila anni fa dove carovanieri giunti da parti diverse del mondo, attorno al fuoco, provavano a conoscersi e comprendersi. Non solo per commerciare e fare affari, ma anche per scambiarsi informazioni necessarie per affrontare la traversata nel deserto. 

La storia di Dunhuang, intrecciata con quella della Via della Seta, incarna perfettamente due dei principi fondamentali che contraddistinguono la civiltà cinese: la continuità e l'unità. Per millenni, Dunhuang ha prosperato come centro di scambi commerciali e culturali, resistendo a invasioni e cambiamenti dinastici. La sua posizione strategica lungo la Via della Seta ha favorito un flusso ininterrotto di merci, idee e persone, contribuendo a plasmare la sua identità unica e cosmopolita.

L'unità della civiltà cinese si riflette nella capacità di Dunhuang di integrare culture diverse. L'arrivo del Buddismo, ad esempio, non ha portato alla sostituzione della religione locale, ma piuttosto a una fusione armoniosa che ha arricchito entrambe le tradizioni. Questo processo di assimilazione culturale è tipico della storia cinese, che ha sempre dimostrato una straordinaria capacità di assorbire influenze esterne adattandole al proprio contesto.

E proprio la continuità e l’unitarietà sono due delle caratteristiche individuate da Xi Jinping nel suo celebre discorso di un anno fa, di cui abbiamo già parlato. Nel caso di Dunhuang, la continuità si manifesta nella preservazione di tradizioni e pratiche culturali attraverso i secoli, visibile nella continua devozione alle Grotte di Mogao come sito di pellegrinaggio e patrimonio culturale. L'unitarietà è evidente nell'integrazione delle diverse influenze culturali in un'unica identità cinese, dove il buddismo si è fuso con le credenze e pratiche locali. Infine, emerge anche la caratteristica dell'inclusività, testimoniata dall'accoglienza e dall'assimilazione di diverse culture e religioni, arricchendo così il proprio patrimonio culturale.

La sua posizione geografica, all'incrocio tra Oriente e Occidente, ha conferito a questa città un ruolo chiave nel mediare gli scambi culturali tra la Cina e il resto del mondo. Dunhuang ha agito da ponte tra culture diverse, favorendo la comprensione e la cooperazione interculturale. 

L'autore Francesco Maringiò è il presidente dell’Associazione italo-cinese per la promozione della Nuova Via della Seta.

Le foto sono state scattate dall'autore. 

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