Durante la conferenza stampa ordinaria tenutasi il 31 maggio dal Ministero degli Esteri cinese, un giornalista del China Media Group ha ricordato che recentemente il Tribunale internazionale per il diritto del mare (ITLOS), in relazione all'impatto dei cambiamenti climatici sull'ambiente marino, ha emesso un parere a carattere consultivo sugli obblighi degli Stati facenti parte della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, nel quale viene parzialmente citato l’arbitrato sul Mar Cinese Meridionale. In una recente dichiarazione, il Ministero degli Affari Esteri filippino ha annunciato che ciò sostiene e rafforza la legalità e la forza vincolante della sentenza del 2016, nonché il suo status impeccabile come parte del soggetto del diritto internazionale. Il giornalista ha quindi chiesto l’opinione della Cina a riguardo.

La portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, ha risposto dicendo che la Corte di Arbitrato per il Mar Cinese Meridionale ha superato la sua giurisdizione, operato in violazione della legge, e pronunciato una sentenza illegale e invalida, che non rappresenta affatto il diritto internazionale, ma ha piuttosto un impatto sullo stato di diritto internazionale. La Cina non accetta né partecipa all’arbitrato, non accetta né riconosce la cosiddetta sentenza, per non parlare di eventuali pretese e azioni basate sulla stessa tendenza. Secondo la portavoce cinese, quello della Cina è un vero e proprio atto di legalità e giustizia per difendere l’integrità e l’autorità della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare e salvaguardare lo stato di diritto internazionale.

Mao Ning ha sottolineato che qualsiasi tentativo di confondere l’opinione pubblica è vano, e non può nascondere il fatto che la sentenza è sostanzialmente illegale e invalida, né può fermare la determinazione della Cina a difendere la propria sovranità territoriale, i diritti e gli interessi marittimi.