In risposta alla pubblicazione della cosiddetta “Relazione annuale 2023 sui diritti umani” da parte del Dipartimento di Stato americano, che ripropone la stessa vecchia storia, facendo un polverone per nulla, commentando la situazione dei diritti umani a Macao con la consueta arroganza e puntando il dito contro gli affari della Regione ad amministrazione speciale (RAS) e gli affari interni della Cina, l'Ufficio del Ministero degli Esteri cinese a Macao ha espresso il 23 marzo la sua ferma opposizione alla Relazione.

Il portavoce ha ricordato che quest’anno ricorre il 25° anniversario del ritorno di Macao alla Madrepatria, e che negli ultimi 25 anni il Governo centrale ha attuato pienamente, con accuratezza e senza riserve i principi “Un Paese, due sistemi”, “il popolo di Macao governa Macao” e un alto grado di autonomia da parte di Macao, e che i residenti della RAS godono di un'ampia gamma di diritti e libertà conferiti dalla Costituzione e dalla Legge fondamentale.

Il portavoce ha sottolineato che gli Stati Uniti, autoproclamatisi “paladini dei diritti umani”, sono stati a lungo un “esempio negativo” di disprezzo e distruzione dei diritti umani. La cosiddetta “Relazione annuale 2023 sui diritti umani” ha ancora una volta messo a nudo l’ipocrisia e i doppi standard utilizzati degli Stati Uniti in materia di diritti umani, incarnando la logica egemonica degli Stati Uniti che interferisce pesantemente negli affari interni di altri Paesi; gli Stati Uniti non riflettono mai sulle proprie malefatte in materia di diritti umani, anno dopo anno, invece, accusano altri Paesi e regioni di problemi di diritti umani e si ridurranno a essere lo zimbello della comunità internazionale.