Il 12 marzo, il Segretario al Commercio statunitense Gina Raimondo ha affermato a Manila, capitale filippina, che gli Stati Uniti aiuteranno le Filippine a raddoppiare le fabbriche di semiconduttori, per evitare che la catena di fornitura globale di chip sia “troppo concentrata”. Nel corso degli anni, gli investimenti statunitensi nelle Filippine sono stati modesti, spesso dell'ordine di 1 miliardo di dollari all'anno.
Le Filippine hanno un costo del lavoro tra i più alti di tutta l’Asia, il che rappresenta una debolezza intrinseca nella loro capacità di attrarre investimenti stranieri. Se a ciò si aggiungono i rapidi cambiamenti dell’ambiente e delle politiche internazionali, le prospettive per gli Stati Uniti di raggiungere i propri obiettivi di investimento sono incerte.
Gli analisti hanno sottolineato che la cosiddetta “Strategia Indo-pacifica” promossa dagli Stati Uniti si concentra sulla sicurezza e sulle forze armate, con un contenuto economico insufficiente e una scarsa attrattiva per gli alleati. Le Filippine sono economicamente sottosviluppate e hanno urgente bisogno di sviluppo economico. Una delle intenzioni di Raimondo, che questa volta si è impegnata a investire nelle Filippine, è quella di arricchire il contenuto economico della cosiddetta “Strategia Indo-pacifica” e dare impulso economico all’alleanza militare tra Stati Uniti e Filippine.
Come potenza extraterritoriale, gli Stati Uniti stanno coinvolgendo le Filippine sul piano economico, ma c’è una trama geopolitica più profonda, che consiste nell’usare le Filippine per fronteggiare e controllare la Cina. Ad esempio, sulla questione del Mar Cinese Meridionale, gli Stati Uniti sono stati coinvolti più intensamente.
Nelle Filippine, durante il suo incontro con una delegazione di imprenditori, Raimondo ha auspicato un’alleanza “indissolubile”, con l’intenzione di legare saldamente le Filippine al “carro statunitense dell’Asia-Pacifico”.