Sfatato il piano delle Filippine nel Mar Cinese Meridionale

2024-03-06 23:13:58

Il 5 marzo, le Filippine hanno invaso le acque adiacenti Ren’ai Jiao, di Nansha Qundao della Cina, consegnando materiali da costruzione alla nave “incagliata” illegalmente a Ren’ai Jiao di Nansha Qundao della Cina. La nave 4407 dalla guardia costiera filippina ha ignorato gli avvertimenti della parte cinese, avvicinandosi pericolosamente alla nave della Guardia Costiera cinese(GCC) e colpendola, senza però riportare danni, se non qualche leggero graffio. La GCC ha adottato, secondo le leggi, le necessarie misure per controllarla. Le operazioni sul posto sono state professionali, regolari e legali.

Questa collisione è stata l’ultimo atto delle Filippine nel Mar Cinese Meridionale.

Recentemente, le Filippine hanno frequentemente lanciato provocazioni, inviando navi a Ren’ai Jiao e vicino l’isola Huangyan della Cina. Hanno distorto le giuste e legittime misure adottate dalla Cina per salvaguardare i propri diritti, definendole "espulsioni violente" e "molestie nei confronti dei pescatori filippini”. Hanno inventato la cosiddetta menzogna della "prepotenza dei piccoli da parte dei grandi" per apparire vittima.

A febbraio, il Senato filippino ha approvato cosiddetta “Legge filippina sulle zone marittime”, che ha inserito illegalmente l’isola Huangyan e la maggior parte delle isole e delle barriere coralline di Nansha Qundao della Cina nella sua zona marittima, cercando di confermare il risultato illegale dell’ “arbitrato sul Mar Cinese Meridionale” sotto l’egida della propria legislazione nazionale. 

La ragione principale addotta dalla parte filippina è che l’isola Huangyan si trova nella zona economica esclusiva delle Filippine. Secondo la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, uno Stato costiero può istituire una zona economica esclusiva di 200 miglia nautiche, ma non ha il diritto di pregiudicare la sovranità territoriale intrinseca di altri paesi. La rivendicazione di sovranità da parte delle Filippine, in base al fatto che l'isola di Huangyan si trova all'interno della zona economica esclusiva filippina, è una deliberata interpretazione errata del diritto internazionale.

In base ai documenti storici, l'isola di Huangyan è un territorio intrinseco della Cina, che è stato scoperto e governato dalla Cina almeno dalla dinastia Yuan (1271—1368) e ha continuato a esercitare la propria sovranità e giurisdizione in modo pacifico ed efficace. Invece l’ambito territoriale delle Filippine è definito da una serie di trattati internazionali come il Trattato di Parigi e il Trattato di Washington, e non ha mai incluso l’isola Huangyan e qualsiasi altra isola di Nansha Qundao della Cina.

Con l’esplorazione delle risorse di petrolio e gas nel Mar Cinese Meridionale, le Filippine hanno iniziato a invadere i diritti e gli interessi della Cina nel Mar Cinese Meridionale e, nel 2013, hanno architettato il cosiddetto “arbitrato sul Mar Cinese Meridionale”, cercando di entrare in possesso di Nansha Qundao della Cina. Questo arbitrato ha violato la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare; per questo motivo, è illegale e non valido. 

Recentemente, il presidente delle Filippine ha colto l'occasione della partecipazione al Vertice speciale ASEAN-Australia per pronunciare un discorso al Parlamento australiano, sottolineando lo "status di piccolo Paese" delle Filippine e rendendo pubblica la "minaccia cinese" e intensificando gli sforzi per attirare le forze esterne. L’ambasciatore filippino negli Stati Uniti ha dichiarato che il Mar Cinese Meridionale è il vero " punto di fuoco" in cui le Filippine si trovano ad affrontare l'"aggressione" cinese e hanno bisogno di legare con gli Stati Uniti e l'Australia.

Attualmente, la Cina e i Paesi dell'ASEAN stanno promuovendo la formulazione di un “Codice di condotta nel Mar Cinese Meridionale”. La parte filippina deve rimanere calma e ascoltare le voci di diversi parti, tra cui quelle dei paesi vicini.


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