L’anno del Loong (dragone)

2024-02-09 15:37:21

Coinvolge milioni di persone in tutto l’Estremo Oriente: è la Festa di Primavera che quest’anno prenderà il via sabato e, per 15 giorni, vedrà un susseguirsi di festeggiamenti fino al giorno della festa delle lanterne. In Cina questa ricorrenza viene chiamata Chunjie (Festa di Primavera) e segna il passaggio tra l’inverno e l’inizio della stagione primaverile del calendario lunisolare. È un periodo nel quale molti cinesi si spostano per raggiungere le loro famiglie nelle città o nei villaggi d’origine: una migrazione annuale nota come chunyun. Secondo le stime del Ministero dei Trasporti nel periodo di punta che è appena iniziato si raggiungerà la cifra impressionante di 9 miliardi di viaggi.

Alcuni anni fa ho trascorso il periodo della Festa di Primavera in Cina e devo ammettere che è stata un’esperienza incredibile. Pechino, paragonata ai normali periodi di frenetica attività, sembrava quasi una città deserta ed ovunque c’erano addobbi di carta rossa sulle porte delle case e venivano sparati petardi in continuazione. Ho scoperto così che questa tradizione affonda le radici nel folklore: la leggenda narra infatti di un mostro Nian che terrorizzava gli umani alla vigilia del nuovo anno e che venne sconfitto da una divinità che, assunte le sembianze di un vecchio dalla barba bianca, apparve per proteggere gli uomini vestendosi di rosso, decorando le case con lo stesso colore ed usando petardi per spaventare la creatura maligna. Da allora, i cinesi hanno la tradizione di decorare le loro case con carta rossa e di sparare petardi in memoria del loro salvatore. Una tradizione, a dire il vero, non così distante dalla nostra dove l’utilizzo dei botti ha esattamente lo scopo di spaventare gli spiriti maligni ed attirare quelli buoni con la luce colorata dei fuochi d’artificio. L’utilizzo del colore rosso, nella cultura occidentale, sembrerebbe risalire agli antichi romani: durante il capodanno nell’epoca di Ottaviano Augusto, uomini e donne cominciarono ad indossare un capo di colore rosso come simbolo di potere, fertilità, salute e ricchezza.

Ma se l’uso di petardi e del rosso sembra avvicinare tradizioni ancestrali così lontane, ci sono invece alcuni simboli che, se non correttamente contestualizzati, rischiano di alimentare un meccanismo da lost in translation, come nel caso del dragone, animale leggendario per eccellenza della cultura cinese. Sabato sarà il primo giorno dell’anno del drago, per la precisione, dell’anno del drago di legno: la teoria cinese degli elementi, infatti, assegna uno dei cinque elementi (metallo, legno, acqua, fuoco o terra) a ciascun segno zodiacale, per cui il drago di legno appare una volta ogni 60 anni. Ma se in Oriente il drago è associato a virtù quali la forza, i buoni auspici e la potenza, una creatura che emergeva, secondo la leggenda, da fiumi e laghi portando la pioggia vivificante sulla terra, in Occidente queste creature mitiche sono presentate come icone sputafuoco, portatrici dei peggiori presagi.

Nella cultura cinese il drago, animale mitico polimorfo codificato graficamente per la prima volta durante la Dinastia Song (960-1279) da Guo Ruonxu, è il frutto della composizione di nove animali tradizionali (cammello, carpa, cervo, coniglio, mucca, serpente, Shen (un animale mitico simile a ostriche), tigre, aquila). Le scaglie sul corpo sono quelle della carpa, di cui ne è probabilmente una rielaborazione e di cui mantiene i benauguranti colori principali (oro e rosso). Nella tradizione è stato usato per millenni dagli imperatori come emblema principale del potere imperiale.

In contrasto con il drago cinese, simbolo di benevolenza e buon auspicio, il drago occidentale assume una connotazione minacciosa e distruttiva. Le sue origini affondano nella mitologia greca, con la figura di Ladone, un serpente mostruoso a guardia delle mele d'oro nel Giardino delle Esperidi. Spesso nella cultura popolare, i draghi sono associati all’epoca medioevale, ai castelli con fossati e cavalieri e, soprattutto, sono esseri mostruosi che sputano fuoco e terrorizzano sia la Terra che le fiabe. Tale simbolismo malvagio e l'associazione del drago con il caos affondano le radici in credenze religiose e culturali che vedono la vittoria sulle forze del male come un atto necessario. Nella tradizione cristiana, infatti, il drago diventa la personificazione del male: «Iddio mi ha mandato a voi per liberarvi dal drago: se abbraccerete la fede in Cristo, riceverete il battesimo e io ucciderò il mostro», afferma San Giorgio che, stando alla tradizione, è colui che ha ucciso il drago, archetipo del “nemico del genere umano”.

Queste profonde differenze semantiche tra Oriente ed Occidente devono spingerci ad una riflessione, che l’arrivo del nuovo anno del drago rende propizia. Fintanto che continueremo a guardare a Loong (il drago cinese) solo con i nostri parametri culturali, difficilmente capiremo l’importanza che riveste questo simbolo allegorico nella società cinese. E faremo quindi addirittura fatica a comprendere il significato di quella danza che tante volte abbiamo visto rappresentata con la sfilata del dragone di cartapesta e stoffa dalle comunità cinesi anche nel nostro paese.

Fintanto che cederemo il passo a quella vulgata oggi così di moda in Occidente che punta a presentare la Cina come un nemico (“un avversario strategico e sistemico”, come viene scritto sui nostri documenti diplomatici), facendo leva su quelle differenze che la nostra mancanza di conoscenza trasforma in pericoli, allora le distanze continueranno a sembrare incolmabili. E, ciò ce è peggio, continueremo a prendere decisioni strategiche contrarie ai nostri interessi ed alla pace. Per fare questo, abbiamo bisogno di aprirci alle diversità del mondo, riconoscere le varie civilizzazioni e dialogare. Fintanto che Loong, per noi, continuerà ad essere un lungo serpente sputa fuoco, temibile e maligno, difficilmente potremo entrare in sintonia con i cinesi. Perché per loro il drago (Loong) sarà sempre un animale associato col Cielo, mentre per noi (il serpente) col sottosuolo.

Tra le diverse rappresentazioni del drago vi è quella presente nell'I Ching, il Libro dei Mutamenti, antico testo di divinazione cinese. In questo testo, il drago assume un ruolo di primaria importanza, simboleggiando un essere in perenne trasformazione, crescita e persino rinascita.

L'autore dell'I Ching paragona l'umanità al drago, descrivendone le varie fasi delle sfide che deve affrontare, fino alla sua elevazione verso il cielo. La rappresentazione del drago nell'I Ching ci offre una visione profonda della natura umana. Come il drago, anche noi attraversiamo diverse fasi di crescita e cambiamento. Ci sono momenti di stallo e di incertezza, seguiti da periodi di azione e di realizzazione. Dobbiamo affrontare sfide e superare ostacoli per evolverci e raggiungere il nostro pieno potenziale. L'I Ching ci insegna che il cambiamento è una costante della vita e che non dobbiamo temerlo, ma anzi accoglierlo come un'opportunità per crescere e migliorarci.

Buon anno del drago di legno a tutti!

L'autore Francesco Maringiò è il presidente dell’Associazione italo-cinese per la promozione della Nuova Via della Seta

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