Gaia visita per la prima volta la Cina all’età di 16 anni, grazie ad un viaggio con i suoi genitori. Ne rimane talmente folgorata che decide di studiare la lingua cinese all’università di Milano.

Nel 2010, torna a Shanghai in occasione dell’Expo e lì si innamora della modernità delle architetture e delle infrastrutture, del melting-pot culturale, nonché dell’ampio ventaglio di possibilità che le si aprivano davanti agli occhi.

Dall’inizio del 2010 alla fine del 2019 assiste ad una trasformazione e ad una modernizzazione continue della città: da viuzze e ponti, compaiono, in pochi mesi, grattacieli e interi quartieri.

Ciò che adora da sempre di Shanghai è l’armonioso connubio tra la modernità e lo stile tradizionale.

Dal fruttivendolo sotto casa al ristorante chic, così come il mendicante per strada provvisto di codice QR appeso al collo, fino alla prenotazione di voli aerei, treni, taxi, consegne a domicilio, pagamento di bollette e tanto altro si pagano con una app dal cellulare. E poi l’efficienza dei servizi e delle infrastrutture, in generale in Cina per Gaia è inarrivabile, e del resto necessaria per il numero di persone che abitano il paese che deve funzionare al meglio. Già la sola efficienza dei trasporti è qualcosa di eccellente, ma le è piaciuto notare come nell’arco degli anni sia cresciuta in modo esponenziale anche l’attenzione per l’ambiente e la sostenibilità.

Per Gaia, l’esperienza in Cina ha fortemente temprato il suo carattere, l’ha resa indipendente e più sicura di sé; ha nutrito la sua curiosità e la sete di conoscenza e condivisione di culture e stili di vita differenti; ha imparato la perseveranza, la pazienza e la gestione degli imprevisti in quanto sola in un Paese straniero molto lontano da casa.

Oggi Gaia lavora in Italia ma per una azienda cinese con la quale ha perfino avuto il primo contratto a tempo indeterminato della sua vita.