“Non ci sono buone alternative al ‘Made in China’”. Recentemente, i media sudcoreani hanno riportato il dilemma che le aziende automobilistiche sudcoreane devono affrontare intorno a questo tema. Poiché il governo statunitense continua a inasprire i controlli sulle esportazioni dalla Cina, le aziende automobilistiche sudcoreane, che dipendono in larga misura dai materiali delle batterie cinesi, si trovano in difficoltà. Per risolvere il problema, queste società hanno presentato delle richieste a Washington affinché allenti le restrizioni sulla Cina e consenta loro di acquistare materiali dalla Cina per produrre batterie.
Nell’altro lato del mondo, la Tesla sta riscontrando le stesse difficoltà. A causa dell’impasse della produzione di massa del nuovo modello Cybertruck, alla Tesla non rimaneva che rivolgersi urgentemente ai produttori cinesi per il supporto dei componenti della batteria.
Allo stesso tempo, il governatore dello stato del Mississippi, Tate Reeves, ha annunciato e promosso in diverse occasioni il secondo maggiore progetto per lo sviluppo economico approvato dallo stato: 4 imprese investiranno 1,9 miliardi di USD nella costruzione di una fabbrica di batterie, di cui una società cinese detiene una quota del 10%. Questo è in netto contrasto con le sue precedenti affermazioni secondo cui la tecnologia cinese è una "minaccia di sussistenza”.
Dalle imprese sudcoreane a quelle americane, dalle autorità ai commercianti, è passata così un’informazione: lo sviluppo delle auto a nuove energie non può fare a meno della Cina.
Secondo gli ultimi dati resi noti dal Ministero dell’industria e della tecnologia informatica cinese, nel 2023, il valore complessivo delle esportazioni di batterie cinesi ha raggiunto 127,4 GWh, con un aumento dell’87,1% su base annua, collocandosi nel primo posto del mondo per 7 anni consecutivi. Tra le destinazioni, il maggiore mercato rimane l’Europa, seguito da USA e Asia sudorientale. In più, tra le prime 10 imprese produttrici di batterie elettriche al mondo in termini di capacità installata, sei vengono dalla Cina.
Secondo quanto illustrato dal Segretario generale della China Passenger Car Association, Cui Dongshu, le batterie cinesi possiedono vantaggi industriali insostituibili. La Cina ha realizzato la produzione autonoma dei principali componenti della batteria come gli elettrodi positivo e negativo e l’elettrolito, riuscendo a costituirne una filiera completa. Secondo i dati, la quota dei prodotti cinesi di ionio di litio occupa oltre il 60%. Grazie alla vendita delle auto a nuove energie che ha superato il 60% della vendita di tutto il mondo piazzandosi al primo posto per 9 anni di fila, lo sviluppo delle batterie di trazione ha ottenuto maggiore spazio.
Negli ultimi anni, l’amministrazione USA ha cercato di fare muro contro le batterie cinesi tramite interventi politici e barriere commerciali, al fine di contenere lo sviluppo delle industrie emergenti cinesi. Washington ha cercato di reprimere la Cina con il pretesto di “sicurezza statale” e di voler procedere al disaccoppiamento con la Cina; tuttavia, considerati i vantaggi tecnologici unici dell’industria della batteria cinese, gli USA non riescono a fermare la Cina. Gli aiuti emergenti richiesti dalle imprese Tesla rappresentano la migliore prova. Il fatto che vari stati americani stiano rendendo nota la loro cooperazione con la Cina è proprio la dimostrazione dell’opinione pubblica. I fatti dimostrano che la forza politica non vincerà mai i principi di mercato.