Cooperazione e distensione: la Cina a Davos per uno sviluppo equo e condiviso

2024-01-18 15:41:01

Si è tenuta a Davos, in Svizzera, la 54esima edizione del World Economic Forum (Wef), l’incontro annuale dedicato alla discussione dei più grandi problemi che affliggono il mondo e che dal 16 al 19 gennaio ha riunito le élite politiche e imprenditoriali globali. Dato che i temi sul tavolo riguardavano l’intero pianeta, la Cina, da nazione responsabile e impegnata a costruire una comunità umana dal futuro condiviso, non poteva mancare all’appuntamento. Da Pechino è quindi volato nel cuore dell’Europa, su invito di Klaus Schwab, fondatore e presidente esecutivo del WEF, il premier cinese Li Qiang.

Essendo la seconda economia mondiale, la Cina svolge un ruolo fondamentale nella crescita economica globale e nella risoluzione dei problemi ad essa collegati. Non solo: continuando a promuovere il commercio e gli investimenti internazionali, in un atteggiamento propositivo e contrario ad ogni chiusura, la Repubblica Popolare Cinese agevola lo sviluppo economico. Come se non bastasse, i progetti su larga scala proposti dalla Cina, come la Belt and Road Initiative, e le varie piattaforme di dialogo, contribuiscono a migliorare le condizioni dei vari Paesi coinvolti nell’ottica di una cooperazione di mutuo vantaggio e nella creazione di un mondo più pacifico, equo e pulito.

Dando uno sguardo al programma del Wef 2024 notiamo come i quattro temi principali della rassegna – il raggiungimento della sicurezza e della cooperazione in un mondo fratturato; la creazione di posti di lavoro e crescita; l’uso dell’intelligenza artificiale come motore trainante dell’economia e della società; e l’adozione di una strategia a lungo termine per clima, natura ed energia – siano stati tutti affrontati dal governo cinese nel corso degli anni con risultati più che eccellenti. Ecco, dunque, che l’esperienza di Pechino può essere di grande aiuto per consentire alla comunità internazionale di trovare valide soluzioni per conseguire i vari obiettivi presenti nell’agenda del Wef. Il tema del Forum di quest’anno, “Ricostruire la fiducia”, è tra l’altro in linea con le aspirazioni della Cina di aumentare gli scambi e la comunicazione, nonché di migliorare la comprensione e la fiducia reciproca con gli altri Paesi di fronte alla retorica di “riduzione del rischio” diffusa dagli Stati Uniti.

Emblematico, da questo punto di vista, il discorso di Li Qiang. Il premier cinese ha dichiarato che tutte le parti dovrebbero eliminare i pregiudizi, colmare le divisioni, trattarsi a vicenda con sincerità, muoversi nella stessa direzione e lavorare insieme per affrontare il deficit di fiducia. Li ha presentato una proposta in cinque punti per ricostruire la fiducia, rafforzare la cooperazione e promuovere la ripresa economica globale, il primo dei quali consiste nel rafforzare il coordinamento delle politiche macroeconomiche. Il secondo, ha affermato Li, è quello di promuovere fermamente la liberalizzazione e la facilitazione del commercio. In aggiunta: incrementare gli scambi globali e la cooperazione in materia di scienza e tecnologia, lavorando insieme per creare un ambiente aperto e accelerare lo sviluppo green. Il quinto punto riguarda invece il rafforzamento della cooperazione Nord-Sud e Sud-Sud, l’attuazione completa dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, nonché l’impegno a colmare i divari di sviluppo per costruire un’economia mondiale universalmente vantaggiosa e inclusiva.

In linea con lo spirito del Wef, Li ha chiarito che la Cina non intende allontanarsi dagli accordi né ritirarsi dalle organizzazioni, tanto meno chiede ad altri Paesi di prendere posizione. Il premier cinese ha quindi chiarito che Pechino sostiene il multilateralismo, e che scegliere il mercato cinese non è un rischio, ma un’opportunità. Il motivo è presto detto: la Cina accoglie a braccia aperte gli investimenti delle imprese di tutti i Paesi ed espanderà costantemente l’apertura istituzionale, continuando a promuovere un’economia mondiale orientata al mercato a beneficio dei popoli.

La presenza della Cina al Wef ci porta infine a sottolineare alcuni aspetti rilevanti. Il primo riguarda, come anticipato, il ruolo cruciale svolto da Pechino negli affari globali discussi al Forum, a sua volta felice di approfondire la sua cooperazione con la nazione asiatica. Il fatto che la Cina sia presente al Forum di Davos, inoltre, agevola il dialogo Est-Ovest, consentendo all’evento di fungere da ponte tra Oriente e Occidente. In terzo luogo la Cina, che gioca un ruolo di primo piano in molti campi, compresa l’energia rinnovabile, può contribuire con il suo know how e le sue intuizioni alla risoluzione dei problemi condivisi. L’umanità, del resto, si trova ad affrontare una serie di sfide comuni che nessun singolo Paese o organizzazione internazionale può affrontare in solitaria. Giusto per fare un esempio riguardante l’ambito green, le capacità idroelettriche, eoliche e solari cinesi sono al primo posto nel mondo, mentre la transizione energetica a basse emissioni di carbonio del Paese è stata una parte chiave del XIV piano quinquennale (2021-25) cinese.

Quando la prima delegazione cinese arrivò a Davos nel 1979, la nazione asiatica rappresentava appena il 2% del pil globale. Oggi questa cifra si è avvicinata intorno al 20%, rispecchiando l’ascesa della Cina, il cui sviluppo non può essere separato dal mondo così come la prosperità mondiale. In altre parole, così come Pechino è sempre più attiva nell’utilizzare il Wef per scambiare idee e punti di vista con leader aziendali globali, del mondo accademico e della società civile, la comunità internazionale è ben lieta di affidarsi al motore della crescita cinese per continuare a svilupparsi, sposando il concetto di comunità umana dal futuro condiviso promosso dalla Cina.

L'autore Fabio Massimo Parenti è professore associato di studi internazionali e Ph.D. in Geopolitica e Geoeconomia

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