Il sistema fondiario è sempre stato al centro delle riforme. Nel 1978, 18 agricoltori del villaggio di Xiaogang, nella provincia di Anhui, decisero di prendere in appalto la terra del villaggio e di gestirla in proprio. Questa esperienza è stata riconosciuta dal governo centrale, ed è stata poi considerata una svolta nell'attuazione della politica cinese di riforma e apertura.
La Terza Sessione Plenaria dell'Undicesimo Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese (PCC), tenutasi dal 18 al 22 dicembre 1978, decise di concentrare il proprio lavoro sulla modernizzazione socialista. Questa riunione ha dato vita a quella che oggi viene chiamata "politica di riforma e apertura”, caratterizzata proprio dalle parole “riforma” e “apertura”.
Tale politica ha risposto alla voce del popolo e ha stimolato la vitalità economica. La serie di politiche e istituzioni che ne è derivata, che è stata riassunta con il nome di “socialismo con caratteristiche cinesi”, ha permesso alla Cina di godere di un rapido sviluppo per più di 40 anni consecutivi e di integrarsi nella globalizzazione economica, condividendo le opportunità di sviluppo con il mondo.
Il XVIII Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese (PCC), tenutosi nel 2012, ha segnato l'ingresso del socialismo con caratteristiche cinesi in una nuova era e, nel 2013, la China (Shanghai) Pilot Free Trade Zone ha introdotto la prima lista negativa per gli investimenti stranieri, assumendo un ruolo guida nell'esplorazione di un sistema di investimenti e commercio in linea con le regole prevalenti in ambito internazionale.
Il XX Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese, tenutosi nel 2022, ha deciso di istituire “nuovi sistemi per un’economia aperta con standard più elevati”, insistendo sull’attuazione di un’apertura al mondo esterno sempre più ampia, in più campi e a livello più profondo. L’apertura della Cina al mondo non potrà che allargarsi ulteriormente in futuro.