Inaugurato nel 1994, il Parco industriale di Suzhou, con l’effettivo utilizzo del capitale straniero che ha raggiunto i 39 miliardi di dollari (dati aggiornati nel 23 giugno 2023), promuove l’approfondimento delle riforme e l’ampliamento dell’apertura, svolgendo in maniera audace un ruolo di pioniere, cercando di introdurre e assorbire tecnologica avanzata ed esperienza gestionale di livello internazionale, mettendo attivamente in pratica la forza trainante dell’innovazione, in modo da realizzare un grande salto di qualità.
In un’intervista concessa al China Media Group (CMG), il rinomato economista italiano, Vladimiro Giacché, che proprio in questi giorni lo ha visitato, ha affermato che il Parco è un esempio pratico che dimostra la capacità da parte della Cina di apprendere e di far proprio un know-how importante riguardo alla modalità di realizzazione di parchi di questo tipo, la capacità di mobilitare investimenti internazionali di grandi multinazionali occidentali, e la capacità di creare delle produzioni di eccellenza in settori che spaziano dalle biotecnologie alle energie rinnovabili.
Secondo Giacché, ci sarebbe parecchio da imparare se le persone non fossero legate all’idea di una presunta superiorità che impedisce loro di fare ciò che fanno i cinesi, imparare cioè dalle migliori pratiche che vedono svilupparsi altrove.