[Gocce della Cultura] Patrimonio mondiale dell’umanità: i Tombe dei Ming

2023-11-30 11:13:19

La dinastia Ming è la penultima della società feudale cinese che regnò per 276 anni (1368 – 1644). Durante tutto il periodo della dinastia Ming regnarono in totale 16 imperatori, di cui 13 furono seppelliti nel Cimitero Imperiale della dinastia Ming, chiamato Le Tombe dei Ming o Le Tredici Tombe dei Ming. Queste tombe sono le tombe imperiali cinesi meglio conservate e sono state indicate dall'UNESCO come patrimonio dell'umanità.

Le tombe della dinastia Ming, situate nel distretto Changping, a circa 50 chilometri dalla zona nord-ovest di Beijing, sono circondate su tre lati da montagne. Il cimitero imperiale copre un'area di 120 chilometri quadrati e vi sono le tombe di 13 imperatori della dinastia Ming (insieme a 23 imperatrici e ad alcune concubine, principi e principesse), quindi questo luogo viene anche chiamato I 13 mausolei. Si estendono in una vallata a forma di anfiteatro naturale di circa 120 kmq, esposto verso sud, delimitato a est, a nord e a ovest dal Monte della Longevità Celeste. A sud della vallata, si trovano due colline, considerate come le due guardie delle tombe imperiali: una a sinistra si chiama la Collina del Drago e l’altra, a destra, si chiama la Collina della Tigre. Originariamente, queste due colline si congiungevano con le mura, chiudendo la vallata, dove l’ingresso ufficiale era rappresentato dalla Grande Porta di Palazzo. 

Il primo imperatore della dinastia Ming si chiamava Zhu Yuanzhang. Quando morì, fu seppellito a Nanjing, la capitale di allora, ove ancora oggi esiste la sua tomba.

Secondo la regola imperiale, il potere poteva essere ereditato solo dal primogenito dell’imperatore, però il primo figlio di Zhu Yuanzhang morì prima di lui e quindi l’imperatore fu costretto a lasciare il suo trono al primo nipote, ancora bambino. Gli altri figli del primo imperatore, che erano i re delle varie regioni della Cina non ubbidivano tanto al nuovo imperatore bambino, anzi il quarto figlio, il re Zhu Di della zona di Beijing, inviò una spedizione militare contro Nanjing, dichiarando che suo nipote l’imperatore era un sovrano buono, ma era attorniato da mandarini cattivi e corrotti. Con la scusa di eliminare i cattivi mandarini al seguito dell’imperatore, egli attaccò la città di Nanjing, in verità per ottenere il potere imperiale, riuscendo nell’impresa. Il secondo imperatore scomparve nella confusione della battaglia durante l’incendio del Palazzo Imperiale; non fu più trovato e pertanto si ignora dove fu seppellito. È un imperatore senza la sua tomba.

Il quarto figlio del primo imperatore diventò il terzo imperatore della dinastia Ming con il titolo di Yongle e trasferì la capitale da Nanjing a Beijing nel 1421. Fu l’imperatore Yongle a far costruire la Città Proibita, il Tempio del Cielo di Beijing, ed anche egli scelse il luogo dell’ultima dimora sia per lui che per i successori secondo un’antica tradizione che prevedeva che fosse lo stesso sovrano a scegliere la dimora eterna per la sua dinastia. Infatti tutti gli imperatori successivi furono seppelliti nello stesso luogo scelto dal terzo imperatore dei Ming, tranne il settimo imperatore Jing Tai, che fu detronizzato da suo fratello maggiore e fu sepolto ai piedi della Collina d’Oro nella periferia occidentale di Beijing.

Il sito delle Tombe imperiali della dinastia Ming venne scelto accuratamente secondo il Feng-shui (geomanzia). La prima tomba, Chang Ling (la Tomba di Chang) cominciò ad essere costruita dal terzo imperatore Zhu Di della dinastia Ming nel 1409 d.C. sotto la vetta principale della Tianshou Shan (Montagna della Longevità Celeste). In ordine cronologico nei 200 anni successivi vennero costruite Xiang Ling, Jing Ling, Yu Ling, Mao Ling, Zong Ling, Kang Ling, Yong Ling, Zhao Ling, Ding Ling, Qing Ling e De Ling, che si estendono su entrambi i lati di Chang Ling. Tutte queste tombe condividono la stessa Via Sacra, un viale al centro della zona delle tombe. L'ultima tomba, per l'imperatore autoproclamatosi Chongzhen, Zhu Youjian, nella parte sud-ovest di questa zona, in realtà venne costruita fuori da una tomba originariamente destinata ad una concubina. Molti decenni dopo la morte dell'ultimo imperatore Ming, l'imperatore Shunzhi della dinastia Qing fece piastrellare e pavimentare l'ultima tomba Ming. Inoltre fece realizzare qua e là una serie di tombe più piccole per le concubine e gli eunuchi. 

Il Padiglione della Stele risalente al 1426, è una costruzione quadrata con doppio tetto e quattro porte in altrettante direzioni e contiene una stele in marmo alta 6,5 metri posata sul dorso di un animale a forma di tartaruga, cioè del nono figlio del drago. La stele è ornata nella parte superiore da rilievi a forma di draghi.

Il Portale in marmo è una arcata monumentale in marmo bianco, che risale al 1540 durante il periodo dell’undicesimo imperatore Jiajing, e che era dipinta con diversi colori, oggi sbiaditi completamente. La sua struttura può essere descritta così: 5 archi, 6 colonne e 11 tetti; infatti il Portale poggia su 6 colonne, ha 5 entrate con altezza differente e 11 piccoli tetti ricoperti di tegole in maiolica. Di particolare bellezza sono i lavori in bassorilievo sulla base delle 6 colonne. Per rimanere in linea con il Feng-shui l'area delle tombe è protetta su tre lati da verdi montagne ed è attraversata da un fiume. Si ha accesso all'area delle tombe attraverso la Via Sacra, su entrambi i lati della quale sono collocate un totale di 36 sculture in pietra. La tradizione di erigere sculture in pietra di fronte alle tombe imperiali ebbe inizio fin dalla dinastia Qin (221-206 a.C). Le sculture rappresentano la suprema autorità e dignità degli imperatori e ne indicano il potere supremo anche dopo la morte. Tutte queste sculture sono enormi; alcune superano i 30 metri cubi di volume.

Fin dall’antichità esisteva l’usanza di collocare figure in pietra o in marmo davanti alle tombe imperiali. Sia la prima tomba dei Ming a Nanjing che le 13 Tombe dei Ming a Beijing hanno una Via delle Figure in pietra, la cosiddetta Via Sacra, fiancheggiata da 36 figure scolpite in pietra, di cui 24 rappresentanti 6 tipi di animali con i relativi significati, come segue:

Leoni, la dignità e la potenza, le guardie delle tombe imperiali;

Unicorni, la giustizia contro gli spiriti maligni;

Cammelli, la vastità del territorio dell’imperatore;

Elefanti, la vastità del territorio dell’imperatore;

Cavalli, gli animali indispensabili, mezzi per il trasporto imperiale;

Qilin, il difensore spirituale che protegge le tombe imperiali.

Tutti gli animali simmetricamente allineati lungo la Via Sacra, sono sempre 4 figure: 2 in piedi e 2 in posizione di riposo. Chiudono la sfilata delle figure sulla Via Sacra, 12 statue in piedi rappresentanti generali con la sciabola, mandarini civili con la faccia bonaria e ministri emeriti con i baffi.

Tutte le statue furono realizzate in marmo bianco di Beijing nel 1435 con lo scopo di proteggere il sonno eterno degli imperatori da ogni influsso malefico, di rappresentare la loro potenza e decantare il loro successo, e la Via Sacra doveva essere anche una strada verso il paradiso.

Nei tempi antichi, senza macchinari e autoveicoli moderni, queste pesanti sculture in pietra venivano trasportate fin qui interamente a mano. Durante l'inverno, sulla strada veniva versata dell'acqua. Quando sulla strada si era formato uno scivoloso strato di ghiaccio, i lavoratori vi trascinavano la scultura. Ogni 500 metri veniva scavato un pozzo da cui prelevare l'acqua per formare il ghiaccio. Quindi fu un'impresa difficile costruire le tombe imperiali. L'area delle tombe è così vasta che i turisti di solito vedono solo due delle tredici tombe, chiamate Chang Ling (la più grande in termini di dimensioni architettoniche) e Ding Ling (l'unica ad esser stata scavata finora).

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