Il G20, l’India e le ricette per lo sviluppo globale della Cina

2023-09-07 15:50:41

È quasi tutto pronto per l'inizio dei lavori del XVIII vertice del G20, in programma i prossimi 9 e 10 settembre a Nuova Delhi, in India; o, per meglio dire, nella India, secondo l’antico nome in sanscrito che Modi ha voluto riesumare per l’occasione. Gioverà ricordare fin da subito che a 24 anni dalla fondazione, l’obiettivo principale del G20 rimane quello di migliorare il coordinamento politico intercontinentale al fine di indirizzare al meglio l’economia globale e trovare soluzioni alla gestione delle crisi macroeconomiche.

La cornice del vertice sarà molto particolare. Il summit si svolgerà infatti in un momento in cui l'economia globale si trova ad affrontare molteplici tensioni geopolitiche, mentre la crescita dello sviluppo sostenibile in tutto il pianeta è ostacolata da sfide sempre più complicate, come il cambiamento climatico e le ripercussioni regionali e globali della crisi ucraina. E proprio a causa di questa crisi pluriforme, la logica sottostante la fondazione del G20, cioè democratizzare le relazioni internazionali, superare i ristretti club come il G7 e dare voce alle economie in ascesa ed emergenti, risulta oggi più attuale e forte che mai. Basti pensare all’evoluzione dei BRICS, che accoglieranno a breve altri nuovi 6 membri, ed alla SCO, anch’essa sempre più capace di attirare nuovi paesi. Sarà dunque quanto mai fondamentale che tutti i Paesi partecipanti sfruttino l'occasione per dialogare tra loro, in nome di una cooperazione equa e vantaggiosa per l'intera umanità. La stessa idea di Modi, e del suo partito politico di appartenenza, di recuperare il più antico nome dell’India è un chiaro segno dello spirito di riscatto del cosiddetto “Sud globale”.


La Cina sottolineerà la necessità di concentrarsi sulla questione dello sviluppo, una delle condizioni principali per perseguire una comunità umana dal futuro condiviso, concetto alla base dell'agenda promossa dalla leadership cinese. "In quanto forum principale per la cooperazione economica internazionale, le nazioni del G20 dovrebbero rafforzare i partenariati e affrontare collettivamente le sfide più importanti nei campi dell'economia e dello sviluppo, e contribuire attivamente a promuovere la ripresa economica globale, la crescita e lo sviluppo sostenibile", ha spiegato il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, aggiungendo che il premier Li Qiang è stato invitato dal governo indiano – che detiene la presidenza di turno del G20 per il 2023 – per prendere parte all'incontro.
Scendendo nei dettagli del summit, il tema guida ruoterà attorno all'idea "Una Terra, una Famiglia, un Futuro" che ricalca, di fatto, il "futuro condiviso" promosso dalla Cina. Per quanto riguarda i partecipanti, il G20 comprende 19 Paesi: Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, India, Indonesia, Italia, Giappone, Repubblica di Corea, Messico, Russia, Arabia Saudita, Sudafrica, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti, oltre all'Unione Europea.

In termini strettamente economici, è interessante fare tre riflessioni. La prima è che questo gruppo, complessivamente, rappresenta circa l’85% del PIL globale, oltre il 75% del commercio globale e circa due terzi della popolazione del pianeta. La seconda è che dei leader che saranno presenti a Delhi molti fanno parte (o faranno presto parte) dei Brics, raggruppamento che include una buona parte delle nazioni presenti a Delhi: a conferma di come gli equilibri del mondo si stanno ricalibrando a favore di un maggiore bilanciamento tra i paesi nella definizione delle agende della governance mondiale. La terza riflessione, collegata alle precedenti, chiama in causa l'importanza assoluta di una collaborazione a livello internazionale, senza la quale, oggi, è pressoché impossibile risolvere problemi globali o crisi che hanno ripercussioni ad ogni latitudine.

È dunque per questo che la Cina, che da anni chiede alla comunità internazionale di marciare verso una simile direzione, farà di tutto per discutere quali misure collettive adottare e come metterle in atto per rilanciare la ripresa economica globale.

Dal canto suo, l’India ha fatto capire chiaramente di voler dare la priorità a tematiche quali lo sviluppo verde, la finanza climatica, la crescita inclusiva e resiliente, sostenendo l’importanza di migliorare le infrastrutture pubbliche digitali. Tematiche non nuove per la Cina. Al riguardo, concludiamo ricordando che, in più occasioni, nel corso degli ultimi anni, il governo cinese ha invitato i Paesi di tutto il mondo a mettere in pratica la Global Development Initiative, proposta dal presidente Xi Jinping proprio per rafforzare, coerentemente con i principi delle Nazioni Unite e del G20, la solidarietà e la cooperazione internazionale, per promuovere una crescita condivisa e green a livello globale, e affrontare congiuntamente le sfide del mondo.

Il prossimo G20 sarà quindi un palcoscenico che proporrà al mondo le stesse ricette di collaborazione sostenute, promosse e perseguite dalla Cina negli ultimi decenni, soprattutto nelle prime due decadi di questo nuovo secolo.  

 

L'autore Fabio Massimo Parenti è professore associato di studi internazionali e Ph.D. in Geopolitica e Geoeconomia

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