Il 4 settembre, la portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, ha presieduto una conferenza stampa ordinaria durante la quale un giornalista ha chiesto un commento cinese su una notizia secondo la quale durante la visita del presidente statunitense Joe Biden in Vietnam, prevista per questo mese, gli Stati Uniti e il Vietnam potrebbero rafforzare il livello delle loro relazioni bilaterali.
Mao Ning ha risposto che gli Stati Uniti dovrebbero abbandonare la mentalità dei giochi a somma zero e la retorica da Guerra Fredda quando si relazionano con i paesi asiatici. Dovrebbero invece rispettare i principi fondamentali delle relazioni internazionali e non dovrebbero perseguire obiettivi che possano danneggiare la pace, la stabilità, lo sviluppo e la prosperità della regione attraverso azioni mirate a terzi paesi.
Durante la conferenza, un altro giornalista ha posto una domanda riguardo all'"Improving International Fisheries Management" presentato il 31 agosto al Congresso degli Stati Uniti dall'Amministrazione Nazionale Oceanica ed Atmosferica (NOAA), il quale individua la Cina come coinvolta o sostenitrice di attività di pesca illegale.
La portavoce ha sottolineato che, secondo il diritto internazionale e la pratica internazionale, il soggetto coinvolto in attività di pesca illegale è il peschereccio, e il comportamento di pesca illegale da parte di singoli pescherecci non dovrebbe essere attribuito allo Stato. Sulla base delle attività di "pesca illegale" di singoli pescherecci, gli Stati Uniti non hanno alcuna base giuridica per identificare e affermare in generale che un paese sia coinvolto in questa attività. Questo danneggia gravemente l'ordine della cooperazione internazionale nel settore della pesca e rappresenta una manipolazione politica priva di fondamento.
Mao Ning ha dichiarato che la Cina è un paese responsabile che attribuisce grande importanza alla gestione scientifica e sostenibile delle risorse ittiche. In conformità con il diritto internazionale, come ad esempio la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, la Cina esercita il diritto di sviluppare e utilizzare le risorse ittiche in mare aperto e adempie attivamente ai propri obblighi internazionali. Ha elaborato e migliorato le politiche amministrative per la pesca in acque lontane e ha implementato misure di monitoraggio e controllo delle posizioni delle imbarcazioni da pesca tra le più avanzate al mondo. La Cina è stata la prima a imporre una moratoria sulla pesca in mare aperto e sta collaborando con la comunità internazionale per combattere le attività di pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (IUU).
Nel frattempo, gli Stati Uniti stanno da tempo violando il diritto internazionale pescando quantità di tonno nel Pacifico centro-occidentale superiori alle quote stabilite. Durante la recente conferenza annuale dell'IATTC, gli Stati Uniti sono stati anche oggetto di critiche per ben 13 attività IUU. La portavoce ha sottolineato che prima di etichettare impropriamente le cosiddette "attività di pesca illegale" di altri paesi, gli Stati Uniti dovrebbero guardare a se stessi e sinceramente riflettere su come risolvere i problemi legati alla pesca illegale nel proprio territorio.