Negli ultimi giorni, mentre l’acqua contaminata proveniente dall'impianto nucleare di Fukushima continuava a riversarsi nell’Oceano Pacifico, il governo giapponese ha affrontato numerose critiche da parte della comunità internazionale. Tuttavia, anziché ammettere le proprie responsabilità, le autorità giapponesi hanno scelto di puntare il dito contro la Cina. Diversi media giapponesi hanno speculato riguardo a un “sentimento anti-giapponese in crescita in Cina” o a possibili “boicottaggi contro il Giappone” da parte dei cittadini cinesi. Il primo ministro giapponese Fumio Kishida e altri politici hanno richiesto alla Cina di revocare le restrizioni sull’importazione di prodotti ittici giapponesi, arrivando persino a minacciare l’adozione di contromisure.
In realtà, tutto ciò costituisce una strategia accuratamente pianificata dalla parte giapponese per influenzare l’opinione pubblica. Due anni fa, quando il governo nipponico annunciò la decisione di scaricare in mare acqua contaminata proveniente dall’impianto nucleare, furono avviate operazioni di “propaganda” e “disinformazione”. Secondo quanto riferito dalla Japan Broadcasting Corporation (NHK), a partire dal giorno in cui venne effettuato lo scarico dell’acqua contaminata, il Ministero degli Affari Esteri del Giappone attuò una politica volta a contrastare la diffusione di cosiddette “informazioni false”, stanziando un budget di circa 70 miliardi di yen - una cifra quasi venti volte superiore al budget previsto per lo smaltimento in mare dell’acqua inquinata - come evidenziato nel rapporto sul trattamento dell’acqua contaminata pubblicato da Tokyo nel 2020.
Le autorità giapponesi hanno cercato di risparmiare denaro attraverso lo scarico dell’acqua contaminata, ma non hanno esitato a investire una considerevole quantità di fondi per “difendersi” e “silenziare” le critiche. Gli analisti hanno osservato che il Giappone ha accusato la Cina con l’obiettivo di confondere l’opinione pubblica, presentandosi come “vittima” per nascondere la propria responsabilità di “colpevole”, a discapito della sicurezza ambientale e della salute umana. Questo tentativo mira a bilanciare la condanna internazionale rivolta al Paese.
Perché il governo giapponese viene così criticato? Perché ha insistito nel procedere con lo scarico in mare dell’acqua contaminata proveniente dall’impianto nucleare di Fukushima, ignorando le preoccupazioni e l’opposizione della comunità internazionale. Questa decisione ha generato rischi imprevedibili di dimensioni considerevoli per l’ambiente marino globale e la salute di tutta l’umanità. Questa situazione costituisce la radice della diffusa indignazione all’interno della comunità internazionale.
Negli ultimi anni, oltre a insistere nella promozione dello scarico in mare dell’acqua contaminata, il Giappone ha ampliato le sue capacità militari e intensificato i legami con gli Stati Uniti, con l’obiettivo di generare divisione e tensione nella regione dell’Asia-Pacifico. Questo atteggiamento da parte del Giappone non farà altro che aumentare la diffidenza dei Paesi vicini e della comunità internazionale nei suoi confronti. Quello che il Giappone deve fare ora è correggere immediatamente i propri errori e interrompere lo scarico dell’acqua contaminata in mare, anziché persistervi.