Giovedì 24 agosto nonostante i forti dubbi e l’opposizione della comunità internazionale, il governo giapponese ha avviato unilateralmente lo scarico in mare dell’acqua contaminata a causa dell’incidente nucleare di Fukushima. La Cina si oppone risolutamente e condanna fermamente l’azione e ha presentato severe rimostranze alla parte giapponese, chiedendo che quest'ultima interrompa questo atto illecito.
Lo sversamento dell’acqua contaminata è un'importante questione di sicurezza nucleare con implicazioni transfrontaliere e non è assolutamente una questione privata del Giappone. La parte giapponese non dovrebbe causare danni secondari alla popolazione locale e persino alla popolazione mondiale per i propri interessi egoistici.
Il governo giapponese non è riuscito a dimostrare la legittimità della decisione di scaricare in mare le acque reflue, l’affidabilità a lungo termine dei dispositivi di purificazione dell’acqua contaminata, la veridicità e l'accuratezza dei dati su di essa, e non ha consultato pienamente le parti interessate. L’oceano è proprietà comune di tutta l’umanità. L’avvio forzato dello sversamento in mare è un atto estremamente egoista e irresponsabile che ignora gli interessi pubblici internazionali.