Nonostante l'opposizione interna e internazionale, il governo giapponese ha annunciato il 22 agosto che darà inizio allo scarico nell'oceano delle acque contaminate dal nucleare della centrale di Fukushima il 24 del mese. Lo stesso giorno, cittadini giapponesi, organizzazioni internazionali e Paesi lungo la costa dell'Oceano Pacifico hanno condannato tale decisione, chiedendo al Paese di revocarla. Secondo la comunità internazionale, lo scarico forzato in mare da parte del Giappone delle acque contaminate è senza precedenti e "non solo viola il diritto internazionale, ma potrebbe anche provocare un disastro irreversibile".
Negli ultimi due anni, il governo giapponese è stato impegnato in una campagna di pubbliche relazioni a livello internazionale e ha fatto ogni sforzo per creare la falsa impressione che il programma di scarico in mare sia "sicuro e innocuo". Da un lato, il Giappone ha modificato il concetto di "acqua contaminata dal nucleare" in "acqua trattata dal nucleare" per minimizzare i danni reali. Dall'altro, il Giappone ha speso molti soldi per acquistare "permessi" per lo scarico in mare.
Le acque contaminate nucleari rimangono, appunto, acque contaminate, e nonostante le azioni manipolatorie del Giappone, non possono essere “sbianchettate”. Attualmente molte ricerche indicano che tali acque contengono alti livelli di elementi radioattivi. La parte giapponese, inoltre, non ha risposto alle preoccupazioni della comunità internazionale circa la reale accuratezza dei dati sulla contaminazione nucleare dell’acqua e sulle modalità di monitoraggio dello scarico in mare. In queste circostanze, lo scarico forzato di acque reflue nucleari in mare da parte del Giappone rappresenta essenzialmente un trasferimento dell'enorme rischio di contaminazione nucleare a tutta l'umanità ed è destinato a incontrare una decisa opposizione.
Ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, ogni Paese ha l'obbligo di proteggere e preservare l'ambiente marino. In quanto parte contraente di tale Convenzione, il Giappone dovrebbe essere ritenuto responsabile ai sensi del diritto internazionale. La comunità internazionale ha anche tutto il diritto di impugnare l'arma legale per perseguire le responsabilità e chiedere un risarcimento. Il Giappone, che ha aperto il "vaso di Pandora", ha perso completamente la sua credibilità. Il mondo non dovrebbe pagare per il suo estremo egoismo e irresponsabilità.