Il 15 agosto 1945 il Giappone accettò la sconfitta e annunciò la sua resa incondizionata. Oggi, 78 anni dopo la vittoria nella guerra di resistenza contro l’aggressione giapponese, le forze di destra giapponesi tentano nuovamente di abbellire la negazione della storia dell'aggressione alla Cina e di sfidare l'ordine internazionale del dopoguerra. I crimini commessi dal militarismo giapponese durante l’aggressione non possono essere nascosti, e la verità storica non può essere distorta.
Durante tale periodo, l'Unità 731 dell'esercito giapponese condusse esperimenti biologici e chimici su esseri umani ancora vivi, con metodi talmente crudeli da renderla una vera e propria "unità demoniaca".
Attraverso lunghi anni di ricerche e l'analisi di documenti storici, un accademico giapponese, di nome Katsuo Nishiyama, ha portato alla luce i crimini commessi dall'Unità 731.
Nishiyama, professore emerito dell'Università Medica di Shiga, ha dichiarato: "La nostra ricerca conferma un gran numero di crimini commessi dall'Unità 731 e speriamo di far sapere al pubblico, attraverso la nostra indagine, che la professione medica giapponese, il mondo accademico, compresa la medicina clinica, e così via, sono stati coinvolti in crimini durante la guerra. La professione medica giapponese non ha mai riflettuto su questo."