Secondo una notizia del 9 agosto dell’agenzia Reuters, un numero crescente di casi indica che la violenza politica negli Stati Uniti ha raggiunto il livello più grave sin dagli anni ’70. Anche i risultati dei sondaggi esprimono segnali preoccupanti: un numero crescente di americani sostiene il ricorso alla violenza per “migliorare la società”, mentre il 65% degli intervistati teme di subire violenze a causa delle proprie convinzioni politiche.

Reuters ha conteggiato i casi di violenza politica negli ultimi due anni a partire dall’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021. I dati dimostrano che in questo periodo sono avvenuti 213 episodi di violenza politica, con almeno 39 morti.
Secondo l’analisi del rapporto, rispetto a una cinquantina d’anni fa, oggi la maggior parte degli autori di violenze sono estremisti di destra, e gli obiettivi sono le persone e non asset governativi.
Secondo Reuters, i motivi dell’aumento della violenza politica negli Stati Uniti sono complessi. Sommando i punti di vista della varie parti, l’ansia finanziaria diffusa tra gli americani, i drammatici cambiamenti di vita causati dalla pandemia, l’inquietudine provocata dalla struttura razziale ed etnica in costante cambiamento e la retorica politica sempre più radicale dell’era Trump possono essere tutti fattori che hanno contribuito all’aggravarsi della situazione.