Fitch Ratings riduce il rating del credito USA:3 segnali di allarme

2023-08-04 18:44:14

Il primo agosto Fitch Ratings ha annunciato la riduzione del rating del credito USA da AAA a AA+. I due principali partiti statunitensi si sono accusati a vicenda appena diffusa la notizia: i democratici hanno definito la riduzione del rating del credito "il risultato degli sforzi dei repubblicani per creare una crisi di default", mentre i repubblicani lo hanno attribuito alla cattiva gestione degli affari economici da parte dell'amministrazione Biden.

Fitch ha indicato in una dichiarazione che negli ultimi 20 anni, gli Stati Uniti hanno ripetutamente sperimentato un'impasse politica sul tetto del debito, che ha eroso la fiducia del pubblico nei confronti della capacità degli Stati Uniti di gestire le proprie finanze. Alcuni analisti ritengono che questo sia il primo avvertimento a Washington: la polarizzazione politica porta a un’insufficiente capacità di governance.

Allo stesso tempo, la dichiarazione di Fitch ha sottolineato che la posizione fiscale degli Stati Uniti continuerà a deteriorarsi nei prossimi tre anni, con un debito pubblico elevato e ancora in continua crescita. Questo è visto come il secondo avvertimento a Washington – una prospettiva preoccupante per un'economia in fase di crescita del debito.

Il terzo segnale d'allarme riguarda la credibilità degli Stati Uniti, che potrebbe accelerare il processo di “de-dollarizzazione”. Alcuni studi hanno evidenziato che il declassamento del rating del credito statunitense da parte di Fitch ha causato fluttuazioni significative nella maggior parte dei mercati sviluppati e molti paesi stanno già valutando l'impatto negativo di questa decisione sul mondo. Il governo sudcoreano ha affermato il 2 agosto che rafforzerà la supervisione del mercato per evitare che il declassamento del credito statunitense scateni turbolenze sui mercati finanziari.

Il dollaro statunitense è diventato una valuta internazionale sulla base del credito governativo. Una volta eroso il credito, sarà naturale fare nuove scelte. Da qualche tempo, si è già "de-dollarizzato" o ha pianificato di farlo, un numero sempre crescente di Paesi: dall'America Latina al Medio Oriente, all'Africa e ad altre importanti aree mondiali produttrici di energia, fino all'Europa e all'Asia-Pacifico.

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