GDI e le aspirazioni dei popoli del mondo

2023-06-24 19:48:16

Il 24 giugno cade il primo anniversario del Dialogo di Alto Livello per lo Sviluppo Globale, che si tenne a margine del 14° vertice generale dei BRICS. L'incontro, presieduto dal leader cinese Xi Jinping, vide la partecipazione dei vertici politici di diversi Paesi emergenti: oltre ai partner Russia, India, Brasile e Sudafrica, c'erano infatti i capi di Stato o di governo di Algeria, Argentina, Egitto, Indonesia, Iran, Kazakhstan, Senegal, Uzbekistan, Cambogia, Etiopia, Figi, Malesia e Thailandia.

L'incontro prendeva le mosse dall'Iniziativa di Sviluppo Globale (GDI), presentata dallo stesso Xi nel settembre 2021 in occasione dei lavori della 76a Assemblea Generale dell'ONU, durante il suo discorso, dal titolo Sostenere la Fiducia e Superare Insieme le Difficoltà per Costruire un Mondo Migliore. La GDI, fondata essenzialmente sul riequilibrio dei rapporti tra Nord e Sud del mondo, è stata presa molto sul serio a livello globale al punto che, dopo appena un anno dal suo lancio, più di 100 tra Paesi ed organizzazioni internazionali avevano espresso ufficialmente il loro sostegno all'iniziativa cinese e quasi 70 Paesi si erano uniti al Gruppo di Amici della GDI presso l'ONU.

Si tratta, in estrema sintesi, di uno strumento che la Cina mette a disposizione del pianeta per elaborare la visione di una comunità di sviluppo dal futuro condiviso per l'umanità: declinazione socio-economica del più ampio concetto di comunità dal futuro condiviso per l'umanità, ripreso e consolidato dallo stesso leader cinese, che ne ha fatto una vera e propria espressione-chiave, tanto da essere inserita nel Preambolo della Costituzione della Repubblica Popolare con un apposito emendamento approvato in occasione della prima sessione della 13a Assemblea Popolare Nazionale, nel marzo 2018.

Dietro questo concetto c'è infatti l'intenzione di gettare le fondamenta per introdurre un nuovo tipo di relazioni internazionali, orientate alla costruzione di un clima caratterizzato dalla coesistenza armoniosa tra le diverse forme di civiltà e i diversi modelli politici ed economici presenti nel mondo, dal rafforzamento della cooperazione internazionale per il raggiungimento degli obiettivi indicati dall'Agenda 2030, soprattutto in materia di divario alimentare, reddituale ed infrastrutturale, e dalla promozione della prosperità comune. 

Il Dialogo di Alto Livello dello scorso anno si svolse all'insegna del tema Rafforzare un Partenariato di Sviluppo Globale nella Nuova Era per Applicare l'Agenda 2030 di Sviluppo Sostenibile. Pechino, naturale capofila dell'iniziativa, indicò la necessità di impegnarsi in sette ambiti: multilateralismo; sviluppo; approccio centrato sul popolo; inclusività e benefici diffusi; sviluppo guidato dall'innovazione; armonia tra uomo e natura; azioni orientate dai risultati.

Secondo quanto ribadito da Xi Jinping durante il vertice, la Cina avrebbe portato avanti una cooperazione pratica con i partner internazionali, soprattutto con i Paesi in via di sviluppo, in otto aree ritenute strategiche: riduzione della povertà; sicurezza alimentare; risposta pandemica e vaccini; finanziamento allo sviluppo; cambiamento climatico e sviluppo verde; industrializzazione; economia digitale e connettività nell'era digitale.

Stando al Rapporto sui Progressi dell'Iniziativa di Sviluppo Globale, pubblicato lo scorso 20 giugno dal Centro per la Conoscenza Internazionale sullo Sviluppo (CKID), a meno di due anni dal suo lancio ufficiale la GDI mostra già significativi passi in avanti e registra importanti contributi all'Agenda 2030. "Essa racconta nitide storie di sviluppo riguardo l'azione globale dell'iniziativa cinese ed espone utili raccomandazioni politiche per l'attuazione della GDI", ha sottolineato il Vice-Ministro degli Esteri Ma Zhaoxu durante l'evento di presentazione del rapporto, descrivendo la GDI nei termini di "un importante bene pubblico che la Cina mette a disposizione della comunità internazionale nella nuova era" e "un'importante messa in pratica della visione di una comunità dal futuro condiviso per l'umanità in materia di sviluppo globale".

"I fatti hanno mostrato che la proposta del Presidente Xi risponde alle tendenze dei tempi, alle esigenze dei Paesi in via di sviluppo e alle aspirazioni delle persone ad una vita migliore", ha osservato il Vice-Ministro Ma, spiegando quanto la leadership cinese va ripetendo ormai da tempo. Nella visione di Pechino, infatti, il mondo sta attraversando profondi cambiamenti, mai visti da un secolo a questa parte, e l'umanità è ormai giunta di fronte ad un nuovo bivio della storia. Se la ripresa economica mondiale rimane lenta ed il pianeta è ancora messo a dura prova da numerose sfide - tensioni geopolitiche, cambiamenti climatici, crisi alimentari, crisi energetiche, ecc. ... - resta sul tavolo il grande obiettivo universale di garantire a tutta l'umanità stessi diritti e stesse possibilità di accesso a cibo, sanità, istruzione e lavoro.

"Alcuni Paesi, tuttavia, sono indifferenti alle legittime preoccupazioni dei Paesi in via di sviluppo ed ignorano deliberatamente la questione dello sviluppo", ha accusato Ma, puntando il dito contro l'ostinata volontà di questa manciata di nazioni a restare ancorate ad un'obsoleta mentalità da guerra fredda, che porta quei governi ad agire contro l'inevitabile tendenza alla globalizzazione economica e li ottunde nell'ossessione dello scontro tra diversi campi di appartenenza, dando vita ad un "piccolo cortile con alte recinzioni".

L'implicito riferimento è ovviamente al G7 e in particolare agli Stati Uniti che, sempre meno capaci di reggere il confronto industriale e tecnologico con la Cina e l'Asia in generale, sembrano ormai convinti di voler sigillare l'Occidente, disaccoppiando le proprie economie da quelle del resto del mondo, o almeno dalle più forti di queste, sconvolgendo le catene logistiche ed imponendo sanzioni unilaterali che mettono in serio pericolo i legittimi diritti e interessi dei Paesi in via di sviluppo.

 

L'autore Fabio Massimo Parenti è professore associato di studi internazionali e Ph.D. in Geopolitica e Geoeconomia

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