In memoria del maestro Huang Yongyu

2023-06-16 16:27:46

 Il 13 giugno, Huang Yongyu, membro dell’Accademia Nazionale Cinese di Pittura e professore dell’Accademia Centrale di Belle Arti, è deceduto per malattia.

Il maestro Huang Yongyu, nato nella contea di Changde, in Hunan nel 1924, era un artista di grande influenza nella cultura cinese contemporanea, ed è stato direttore della facoltà di stampe xilografiche e vice presidente dell’Associazione degli artisti cinesi. La sua vita è stata piuttosto leggendaria: egli ha lavorato come operaio in una fabbrica di ceramica, come insegnante elementare, come redattore artistico di un giornale e sceneggiatore, e poi come professore nell’Accademia Centrale di Belle Arti. Autodidatta durante gli anni della guerra, ha iniziato come intagliatore di legno, occupandosi poi di fumetto,  pittura a olio, pittura tradizionale cinese, scultura e design artigianale; è stato una figura importante nell’arte cinese contemporanea, come autore della classica opera di stampe xilografiche “Ritratto di Ashima”.

Egli disegno il famoso francobollo “Scimmia d’Oro” per l’Anno Gengshen (1980). Si tratta del primo francobollo dello zodiaco cinese emesso dalle Poste cinesi. Huang Yongyu si è dedicato alle stampe xilografiche per oltre 80 anni, cercando di esplorare il fumetto e i vari linguaggi artistici occidentali mentre preservava l'essenza della stampa tradizionale cinese, ampliandone l’estetica e la dimensione.

Huang Yongyu aveva un forte legame con l’Italia ed è stato ufficialmente decorato per tre volte dal governo italiano, compreso il titolo di Cavaliere di gran croce, una delle massime onorificenze  della Repubblica Italiana. Egli ha dichiarato che, oltre alla sua madrepatria, l’Italia era l’altro luogo che gli ha dato nutrimento artistico. Nel 1970 ha affittato un appartamento in Italia per sette mesi, e successivamente ne ha acquistato uno a Vinci, dove ha avuto i profondi scambi con gli italiani. Egli ha così affermato: "La Cina e l'Italia distano migliaia di chilometri l'una dall'altra, ed è strano che esistano così tante somiglianze nei valori familiari, nel temperamento, nei punti di forza e nei difetti della gente comune." 

Nel suo libro “Lungo la Senna, fino a Firenze” scritto durante il suo soggiorno in Europa negli anni 90’ del XX secolo, egli ha scritto: "In Italia puoi passare un minuto, un po', un anno o una vita intera a fare amicizia con gli italiani, e finché sei sincero, l'amicizia è solida e duratura".

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