La culla

2023-05-23 15:27:56

Jiujianlou (l’edificio di 9 stanze) è una località della città di Wusu nella regione autonoma del Xinjiang, abitata da diversi gruppi etnici, tra cui Kazaki, Uiguri, Hui e Han. Qui c'è una culla che si tramanda da oltre 60 anni e che è stata utilizzata da bambini di molte etnie.  La culla, ormai logora, presenta più di 30 incisioni che registrano il numero di persone che l'hanno utilizzata e distillano i legami di carne e sangue tra i vari gruppi etnici; le storie che porta con sé sono state tramandate nella regione.

Attraverso i capitoli “Ritorno a casa", “La culla" e "Famiglia", il documentario racconta la storia dei bambini del Xinjiang, rappresentati da Jurati, uniti come "semi di melograno”. Nel capitolo “Ritorno a casa”, uno degli utilizzatori della culla, Chen Jingyu, dopo oltre 20 anni di assenza dal Xinjiang torna a Jiujianlou con la sua famiglia per incontrare le persone con cui è cresciuto. Lo sviluppo del Xinjiang viene raccontato naturalmente durante i loro dialoghi. Nel capitolo “La culla”, la storia della culla viene portata in scena da un gruppo teatrale del posto. Attraverso le "discussioni", le "prove" e le "visite" dei creatori, la storia della "culla" viene presentata al pubblico. Il capitolo “Famiglia” documenta ulteriormente la vita quotidiana dei vari gruppi etnici e attraverso alcuni "piccoli frammenti" di vita, mostra come le varie etnie del Xinjiang convivano insieme come una famiglia. Alla fine del documentario, il futuro e la speranza del Xinjiang, come la fiducia nel cammino intrapreso, vengono ulteriormente dimostrati attraverso la lettura del testo da parte degli studenti.

Il film, della durata di 112 minuti, è una narrazione per capitoli che mostra scene di vita reale nella stabilità sociale, nell'unità etnica e nell'amore per la regione, presentando un Xinjiang nuovo, vibrante, rinnovato e sostenibile.

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