Cina-Asia centrale: una nuova era di collaborazione per l'integrazione regionale e la sicurezza

2023-05-15 16:51:10

Tra pochi giorni aprirà i battenti la prima edizione del summit Cina-Asia Centrale, un importante evento diplomatico rispetto al quale la diplomazia cinese ha già fatto filtrare che è atteso un “importante discorso” del presidente cinese e la firma di un “importante documento politico”. I presidenti di Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan ed Uzbekistan si incontreranno in presenza a Xi’an (l’antica Chang’an, terminale più orientale della storica Via della Seta), per la prima volta tutti assieme da quando, 31 anni fa, questi paesi hanno stabilito relazioni diplomatiche con la Cina.

L’Asia centrale è una regione molto importante sia per lo sviluppo dell’iniziativa elt and Road (ed infatti fu proprio il Kazakistan il paese scelto da Xi Jinping per lanciare pubblicamente questa iniziativa) che per l’integrazione e la cooperazione regionale sotto l’egida dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai a cui tutti questi paesi aderiscono.

Il mese scorso sempre a Xi’an si è tenuto il quarto incontro dei ministri degli esteri di Cina ed Asia Centrale che ha gettato le basi per il vertice dei capi di stato, stabilendo impegni comuni in termini di mutua assistenza, supporto e sviluppo della cooperazione in ambito Belt and Road ed in materia di sicurezza.

Questa area del mondo è strategica non solo in termini geopolitici, ma anche per il potenziale economico in termini di cooperazione commerciale tra questi paesi e la Cina. Secondo il ministro del Commercio cinese Wang Wentao, l’import-export della Cina con i cinque paesi dell’Asia centrale ha raggiunto un massimo storico di 70,2 miliardi di dollari nel 2022, circa 100 volte il volume di tre decenni fa. Nel 2022, le importazioni cinesi di prodotti agricoli, energetici e minerari da questi Paesi sono aumentate di oltre il 50%, mentre l’export di macchinari e prodotti elettronici hanno avuto una crescita del 42%. I paesi dell’Asia Centrale stanno vivendo una fase di crescita importante, registrata anche in termini di incremento delle remunerazioni dei lavoratori. Secondo la Global Wage Survey, i guadagni medi nella regione sono aumentati del 2,5% in sei mesi, facendo dell’Asia Centrale un capofila della crescita dei salari, soprattutto se paragonati agli altri paesi dell’ex Unione Sovietica (il cui calo, guidato dall’Ucraina, è netto) o alla crescita salariale globale che non è stata in grado di superare l’inflazione.

Inoltre la Cina ha sviluppato accordi con questi paesi per una cooperazione in ambito energetico e minerario. Sono stati siglati accordi per la costruzione di un oleodotto con il Kazakistan ed un gasdotto con il Turkmenistan, inoltre la Cina è presente con accordi per lo sfruttamento di risorse idroelettriche (Tagikistan e Kirghizistan), metallifere (Kazakistan e Tagikistan) e per l’estrazione dell’uranio, di cui Astana possiede circa il 17% delle riserve mondiali.

Abbiamo già scritto in occasione del summit di Samarcanda che a differenza di quei settori oltranzisti che albergano nell’élite occidentali che concepiscono la cooperazione e le organizzazioni internazionali solo in termini di omogeneità politica, si sta sviluppando in Asia un modello di cooperazione e lo sviluppo di interconnessioni capaci di aiutare a preservare la pace e la stabilità nel mondo, a prescindere dalle rispettive differenze. A parte l’economia, uno dei principali temi di cooperazione tra la Cina ed i paesi dell’Asia centrale è relativo alla sicurezza. La lunga guerra americana in Afghanistan prima ed il precipitoso ritiro poi hanno determinato una situazione di estrema fragilità che pone nuove sfide alla sicurezza dell’intera regione. Possiamo quindi immaginare che tra i temi affrontati nel documento politico che sarà siglato, si prenderanno in esame le principali questioni internazionali e regionali di reciproco interesse, a partire proprio dalla stabilità dell’area e dalla lotta all’estremismo islamico ed al terrorismo.

Anche questo Summit, con molta probabilità, costituirà un tassello importante di quella diplomazia a vasto raggio che la Cina sta mettendo in campo negli ultimi mesi, spendendo tutto il suo peso politico, per spegnere i venti di guerra e scongiurare un’escalation bellica capace di trascinare il mondo nell’abisso di un nuovo conflitto mondiale.

(L'autore è Francesco Maringiò, Presidente dell'Associazione della Nuova Via della Seta Italia-Cina)

Our Privacy Statement & Cookie Policy

By continuing to browse our site you agree to our use of cookies, revised Privacy Policy. You can change your cookie settings through your browser.
I agree