Sette anni fa, il governo cinese decise di fissare il 24 aprile come giornata nazionale dello spazio. Non si tratta di una data casuale ma della ricorrenza del lancio in orbita del primo satellite, il Dongfanghong-1, avvenuto esattamente il 24 aprile 1970. Quest'anno, in particolare, la giornata cinese dello spazio segna anche il trentesimo anniversario dall'istituzione dell'Amministrazione Spaziale Nazionale del Paese asiatico.
Nel corso degli ultimi trent'anni, la Cina si è fortemente specializzata e migliorata nel settore aerospaziale. Con l'avvio, nel 1992, del Programma Spaziale Equipaggiato (CMS), Pechino poté cominciare ad acquisire una serie di dati, tecnologie e conoscenze che, undici anni più tardi, consentirono ad una persona in carne ed ossa di superare l'atmosfera. Quella missione - durata 21 ore, 22 minuti e 45 secondi - è passata agli annali col nome di Shenzhou-5 e permise al Comandante Yang Liwei di scrivere il suo nome nella storia quale primo uomo cinese ad esplorare lo spazio. Il 16 giugno 2012 toccò poi alla prima donna cinese, Liu Yang, a bordo della missione Shenzhou-9 insieme ad altri due colleghi taikonauti: Jing Haipeng e Liu Wang.
Dal 2011 è cominciata la costruzione in orbita di Tiangong, la prima stazione spaziale cinese, avviata col lancio di Tianhe, "telaio" della struttura, e proseguita coi successivi lanci, durante lo scorso anno, dei moduli Wentian e Mengtian nonché del velivolo da carico Tianzhou-5. Alla fine di quest'anno sarà invece la volta di Xuntian, telescopio spaziale di ultima generazione con un campo visivo 300 volte superiore al più anziano "collega" americano Hubble, lanciato dalla NASA nel 1990. Contemporaneamente, la Cina ha lanciato due programmi di esplorazione: il più longevo, avviato nel 2004, riguarda la Luna; l'altro, più recente, riguarda Marte, dove il 15 maggio 2021 il veicolo Tianwen-1 è atterrato con successo, permettendo pochi giorni dopo al rover Zhurong di esplorare il pianeta rosso ed inviare le sua immagini sulla Terra.
In questo quadro di progressi e avanzamenti, la Cina ha voluto contestualmente avviare una serie di programmi di cooperazione con numerosi Paesi ed organizzazioni nel mondo. Tra queste c'è anche l'Unione Europea, con cui Pechino ha recentemente completato i test-chiave per una missione spaziale congiunta, definita senza precedenti. Il suo nome, apparentemente complicato, è Solar Wind Magnetosphere Ionosphere Link Explorer, più semplicemente nota con l'acronimo SMILE: avviata congiuntamente dall'Agenzia Spaziale Europea (ESA) e dall'Accademia Cinese delle Scienze Sociali (CAS) nel 2015, questa missione prevede il lancio in orbita, nel 2025, di quello che è allo stato attuale il più potente strumento per lo studio dell'ambiente magnetico terrestre. Per la prima volta, un satellite realizzato in Cina è stato spedito all'ESA ed un team cinese ha contribuito ad assemblare e testare un satellite presso una struttura ESA. I test sono stati considerati un successo ed è stata stabilita un'eccellente collaborazione" tra i team cinesi e quelli europei, secondo il parere della scienziata italiana Graziella Branduardi-Raymont.
Restano certamente sul tavolo pressioni di carattere politico, come quelle che lo scorso gennaio hanno praticamente costretto il direttore generale dell'ESA Josef Aschbacher a negare l'intenzione dell'agenzia di inviare astronauti europei sulla stazione spaziale Tiangong. "Al momento non abbiamo né il budget, né il via libera politico, per così dire, o l'intenzione di impegnarci in una seconda stazione spaziale; cioè partecipare al lavoro nella stazione spaziale cinese", aveva detto Aschbacher. Eppure, buona parte della comunità scientifica aerospaziale europea sembra non condividere questa impostazione di chiusura preventiva, come dimostrato dalla celebre astronauta italiana Samantha Cristoforetti e dal tedesco Matthias Maurer, che sei anni fa parteciparono ad un corso di sopravvivenza in mare con 16 colleghi cinesi al largo di Yantai, nella provincia dello Shandong.
Dopo il suo ultimo rientro sulla Terra, lo scorso 12 ottobre, la Cristoforetti, che negli ultimi anni ha sviluppato e perfezionato la conoscenza della lingua e della cultura cinese, aveva pubblicato in un tweet alcune immagini satellitari catturate durante la missione, accompagnandole con i versi di un brano tratto dalla Prefazione alle poesie del Padiglione delle Orchidee, opera del maestro calligrafo Wang Xizhi nel IV secolo d.C. Sarà possibile costruire una Via della Seta anche nello spazio?
L'autore Fabio Massimo Parenti è professore associato di studi internazionali e Ph.D. in Geopolitica e Geoeconomia