“Prima spara, poi parla”. In quale loop strano si trovano gli Stati Uniti?

2023-04-25 17:05:02

Aprire una porta sbagliata, prendere una strada sbagliata, oppure salire su una macchina sbagliata, tutti questi errori involontari possono causare incidenti mortali negli Stati Uniti. Secondo il rapporto di “USA Today”, gli incidenti d’omicidio colposo da arma da fuoco hanno portato varie conseguenze tragiche negli Stati Uniti per decenni. Oggi gli americani sono attanagliati da un profondo senso di paura, che non è estranea all’aumento della criminalità nel paese negli ultimi anni.

Sotto l’influenza di un radicato pregiudizio razziale, un gran numero degli americani ha l’idea errata che “i gruppi non bianchi sono pericolosi”, e questo atteggiamento ha provocato sparatorie contro minoranze etniche anche quando non c’è una situazione di minaccia. I dati mostrano che gli afroamericani di età compresa tra i 15 e i 34 anni rappresentano la percentuale più alta di vittime di sparatorie e che gli afroamericani hanno una probabilità 10 volte maggiore di morire per violenza armata rispetto ai bianchi.

Negli ultimi anni, la divisione dell’opinione pubblica, dei ricchi e i poveri, la polarizzazione politica e il razzismo nella società statunitense hanno causato l’aumento dei conflitti e il crescente senso di insicurezza, quindi un numero sempre maggiore di americani sceglie di acquistare armi per la propria protezione. Inevitabilmente, la società americana si trova in un circolo vizioso di “insicurezza - acquisto di armi - maggiore insicurezza”.

Sparare con un’arma senza affrontare una minaccia va al di là dell’usuale ambito della “autodifesa”, ma è consentito da alcune leggi locali negli Stati Uniti. Dietro a queste leggi c’è la politica del denaro della comunità delle armi, che spinge per un ambiente più permissivo per il possesso delle armi e, nel frattempo, facendo tutto il possibile per fermare il processo di controllo delle armi.

Da un lato, c’è il senso di insicurezza sempre crescente, dall’altro c’è il costo del “possesso delle armi” sempre più basso. È inconcepibile che nell’unica superpotenza mondiale, che si vanta di essere un “faro dei diritti umani”, prima si spara e poi si parla. In questo caso, chi proteggerà i diritti umani di quegli americani che vengono uccisi prima che abbiano la possibilità di parlare?

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