Il 19 marzo il Guardian ha pubblicato l’articolo di uno scrittore iracheno intitolato "Dopo la morte di un milione persone in Iraq, non posso perdonare ciò che il terrorismo americano ha fatto alla mia patria” che afferma che l'invasione degli Stati Uniti ha effettivamente portato a un "nuovo Iraq", i cui abitanti affrontano ogni giorno le conseguenze di questa "guerra al terrorismo": cioè il fatto che il terrorismo è prevalente.

L'articolo critica il fatto che il "nuovo Iraq" promesso dai trafficanti di guerra americani non ha portato agli iracheni Starbucks o imprese emergenti, quanto piuttosto autobombe, attentati suicidi, Al Qaeda e terroristi coltivati dagli Stati Uniti nelle prigioni militari nelle aree occupate. Inoltre, a seguito dell'invasione degli Stati Uniti, più di 1,2 milioni di persone in Iraq sono state sfollate, e oltre 1 milione sono morte direttamente o indirettamente. Non è solo il sistema politico a essere stato distrutto in Iraq, ma l'uranio impoverito lasciato dall'esercito statunitense causa tuttora difetti congeniti nei neonati iracheni e un alto tasso di incidenza di cancro in alcune aree.