“12 anni sono sufficienti a ripristinare la fiducia perduta della gente?” Questa è la domanda sollevata da un recente rapporto sulla Fuji News Network del Giappone 12 anni dopo l’incidente nucleare di Fukushima. La realtà dimostra che il governo giapponese non solo ha fallito nel salvare il cuore del popolo, ma ha anche corso selvaggiamente sulla strada della rottura della fede.
Due anni fa, ad aprile, il governo giapponese ha annunciato di voler scaricare in mare nella primavera del 2023 l’acqua contaminata della centrale di Fukushima, scelta ampiamente contestata e contrastata all’interno e all’estero. Nel luglio 2022, il Giappone ha ufficialmente approvato il piano per lo sversamento dell’acqua contaminata in mare mentre il gruppo di lavoro tecnico dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica stava ancora effettuando la revisione e la valutazione. Nel gennaio di quest’anno, il Giappone ha annunciato unilateralmente che avrebbe scaricato inquinanti in mare “nella primavera e nell’estate di quest’anno” prima che il gruppo di lavoro tecnico istituzionale si recasse in Giappone per un’ulteriore ispezione. Da allora, il Giappone ha accelerato la costruzione di strutture pertinenti nel tentativo di creare i fatti accertati. Queste azioni non solo minano l’autorità delle organizzazioni internazionali competenti, ma sono anche estremamente irresponsabili nei confronti del popolo giapponese e della comunità internazionale.
Di fronte ai dubbi e alle opposizioni all’interno del paese, il governo giapponese non solo non vuole pentirsi, ma anche ha cercato ottenere il sostegno di altri paesi. Secondo un reportage della Kyodo News del 22 febbraio, il governo giapponese sta portando avanti un piano, cioè scrivere nella dichiarazione congiunta che sarà rilasciata dal vertice del G7 che avrà luogo nel maggio prossimo il contenuto seguente: “Lo sversamento in mare dell’acqua contaminata della centrale nucleare di Fukushima non avrà conseguenze sulla salute umana né nei confronti dell’ambiente. Inoltre la trasparente modalità di trattamento è benvenuta”. Tuttavia i mainstream media giapponesi considerano tutto questo come impossibile. Kyodo News ha ritenuto che il programma di versamento in mare dell’acqua contaminata ha generato opposizione in paesi limitrofi come Cina e Corea del Sud, e anche all’interno del Giappone. Anche all’interno del G7 “sarà molto difficile che tali parole appaiano nella dichiarazione congiunta”.
Il mare è la base della vita e dello sviluppo di tutti i paesi del mondo. In qualità di un paese firmatario della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, il Giappone ha la responsabilità e l’obbligo di proteggere l’ambiente marittimo. Se esso insisterà a scaricare acqua contaminata in mare, la comunità internazionale dovrà adottare un’azione congiunta e cercare di salvaguardare gli interessi comuni tramite la legge. Il Giappone, che vuole far pagare tutto il mondo il prezzo di questa sua azione ha già perso la sua credibilità, e diventerà un peccatore nella storia.