[RivistaCinitalia]Professor Wang Jun: mezzo secolo di passione per la letteratura italiana

2022-12-28 17:23:34

Il professore dell’Università di Lingue Straniere di Pechino Wang Jun, che si occupa di letteratura italiana da quasi mezzo secolo, da sempre parla con particolare fervore delle opere classiche del Rinascimento; sia davanti ai suoi studenti, sia di fronte ai colleghi e ai lettori, mostra gioia ed allegria indicibili. Il professor Wang è stato uno dei primi studenti cinesi a studiare letteratura italiana in Italia. Ha lavorato nel servizio diplomatico e ha trascorso molti anni nell'insegnamento, compilando libri di testo e traducendo i classici del Rinascimento italiano. Nel 2012, è stato insignito dal Presidente della Repubblica Italiana del titolo di Cavaliere dell'Ordine della Stella d'Italia. Nel 2018, la sua traduzione del libro L’Orlando Furioso è stata premiata con il conferimento del 7° Premio Letterario Lu Xun - Premio per la Traduzione Letteraria; nello stesso anno, ha vinto il Premio della traduzione rilasciato dal Ministero dei beni culturali italiano.


La lingua italiana mi ha scelto e io ho scelto la letteratura italiana


All’inizio di ogni nuovo semestre, il professor Wang è solito condividere con le matricole le sue esperienze su come abbia iniziato per caso a studiare la lingua italiana: quando il professor Wang è entrato all’Istituto di Lingue Straniere di Pechino nel 1971, ha avuto un incontro casuale con l'italiano e il suo studio. "A quel tempo non avevo alcuna conoscenza della lingua italiana: è l’italiano che mi ha scelto.”


Negli anni Settanta, non era facile studiare una lingua straniera in Cina soprattutto una lingua come l’italiano perché non c’erano tante risorse a cui attingere, né tantomeno c’erano opportunità per un approccio alla letteratura italiana. Dunque, all’inizio degli anni Ottanta, si è recato in Italia per studio; ha potuto così conoscere numerosi celebri maestri della letteratura italiana come Dante, Petrarca, Boccaccio, Ariosto, Moravia, Verga, Pirandello e Calvino. “A quel tempo, la biblioteca della scuola cinese, nella fretta introdurre dei libri di letteratura straniera, mi ha dato appositamente 2000 dollari americani per l’acquisito di testi letterari. Per comprare più libri possibili con questi soldi ho vagato per molte bancarelle di seconda mano, riuscendone a comprarne circa 13 scatoloni con la maggiore parte degli scrittori italiani di prima e seconda linea.” Grazie a questi acquisti, ha trascorso tutte le ore del suo tempo libero a leggere testi letterari; “mi sentivo una spugna che assorbe acqua giorno e notte. Ovviamente, però, non ero in grado di capire tutto quello che stavo leggendo in quel momento.”


Durante quegli anni, il professor Wang ha iniziato a coltivare tre sogni da realizzare nell’arco della sua vita: aprire un corso di letteratura italiana, tradurre un paio di libri italiani classici e scrivere un testo sulla letteratura italiana.


Un tentativo riuscito di "tradurre le poesie attraverso i versi cinesi”


“L’Orlando Furioso è un’enciclopedia della letteratura cavalleresca medievale e può essere considerato l’essenza della cultura classica europea. È vivace, grandioso, pieno di energia; c’è tragedia e commedia, narrazione ed emozione lirica, da cui si può percepire lo spirito dell’epoca e percepire la ricchezza del pensiero umanistico.”


Negli anni Novanta, il notissimo traduttore cinese di letteratura italiana Lü Tongliu ha curato una serie di traduzioni di letteratura italiana, soprattutto le opere classiche rinascimentali; proprio in questa occasione il professor Wang ha scelto di tradurre l’Orlando Furioso che all'epoca era ancora piuttosto sconosciuto. In realtà, il professor Wang Jun aveva letto l’Orlando Furioso durante i suoi studi in Italia ed era rimasto colpito dalla ricchezza della trama, dalle scene insidiose e dalla mole del libro. Il desiderio di tradurre quest'opera è stato accantonato fino al pensionamento a causa delle limitate competenze di cui disponeva all'epoca.


La ritraduzione delle opere classiche rinascimentali è sempre stata una sfida per i traduttori letterari. In Cina non è mai stata realizzata una traduzione completa dell’Orlando Furioso. Solo in termini di volume, questo capolavoro della letteratura cavalleresca, con approssimativamente 40.000 versi, è circa tre volte più grande della Divina Commedia, il che lo rende un “osso duro”. Secondo il professor Wang, “sarebbe un vero peccato se quest'opera mancasse dalle traduzioni letterarie cinesi”. Così ha iniziato il suo lungo viaggio di traduzione che dura da oltre 10 anni.


Oltre alla difficoltà data dalla lunghezza, bisogna anche tener presente che la lingua di quest’opera è molto difficile da tradurre. L’Orlando Furioso è un poema in endecasillabi raggruppati in strofe da otto versi. “Propongo una traduzione che faccia uso di forme letterarie con notevoli affinità con il testo originale: se l'originale ricorre a una metrica tradizionale, bisognerà rispettare tale forma. Dante definiva la poesia ‘banditrice del vero sotto il velame della favola ascoso’, se strappiamo il velo, non sarà più poesia”.


Per trovare una prosodia che presentasse affinità con quella europea, il professor Wang ha fatto numerosi tentativi.  


Le poesie classiche cinesi sono rinomate in tutto il mondo, ma la loro forma è assai diversa da quella degli otto versi endecasillabi.


“Ho provato a ricorrere alla quartina cinese con versi di sette sillabe o con versi di quattro sillabe doppie. Il più delle volte questo sistema ha funzionato, ma in alcuni casi, per esempio quando ci si imbatte in lunghi nomi di persone straniere, si perde il ritmo. Dopo numerosi tentativi sono riuscito a trovare un tipo di versi usati di frequente nell’Opera di Pechino. L’Opera di Pechino, così come l’opera lirica tradizionale, presenta rime e armonie tonali e una forma particolarmente adatta a raccontare storie. La sua funzione è quindi simile a quella della poesia narrativa straniera. Nell’Opera di Pechino esiste un tipo di verso composto da dieci sillabe, il cui ritmo è simile a quello dell’endecasillabo italiano, ossia l’accento principale cade sulla decima sillaba”. Nel 2013 il professor Wang ha iniziato il suo lavoro di traduzione: ha iniziato con tre o quattro pezzi al giorno; poi decine di pezzi al giorno, finendo per arrivare ad un massimo di venti brani al giorno, talvolta persino senza mangiare o bere per tutto il giorno. “Ogni volta, quando mostro il pezzo tradotto a mia moglie, agli studenti e ai compagni universitari, vedo la loro allegria e l’apprezzamento, mi rendo conto che questa prova potrebbe andare avanti.”


Nel 2018, ha vinto il Premio di letteratura Lu Xun, il più noto premio di traduzione letteraria della Cina; la commissione ha così commentato la sua traduzione: si tratta di un esperimento di successo basato sul “tradurre le poesie attraverso i versi cinesi”. “Credo che questo sia un importante segno di apprezzamento per la mia prova”, ha dichiarato il professor Wang con tanta gioia.


I classici non passano mai di moda perché sono rappresentativi di un’epoca


Con l'avventuroso ma riuscito tentativo di traduzione dell’Orlando Furioso, il professor Wang ha intrapreso un nuovo viaggio di traduzione. Concentrandosi sullo studio e sulla traduzione della letteratura classica italiana, ha rivolto la sua attenzione al "Canzoniere" di Francesco Petrarca e alla “Divina Commedia” di Dante Alighieri.


“Una buona opera letteraria ha sicuramente una rilevanza storica”, ha detto Wang Jun, professore di lingua italiana presso l’Università delle lingue stranieri di Pechino; “i classici non passano mai di moda perché sono rappresentativi di un’epoca”.


Il tardo Medioevo e il Rinascimento sono stati i periodi più gloriosi della cultura italiana e i capolavori di tre giganti della letteratura - Dante, Petrarca e Boccaccio - aiuteranno le generazioni future a comprendere meglio il percorso e lo sviluppo del Rinascimento e come si sono formate alcune delle idee umanistiche della nostra civiltà moderna.


"La traduzione del Canzoniere è stata un lavoro relativamente rilassante, perché, come ho detto spesso alle persone, si è svolta tra le mie traduzioni dell’Orlando Furioso e della Divina Commedia. Come pioniere dell'Umanesimo, Petrarca fu naturalmente profondamente influenzato dalla cultura classica europea, portando i sonetti "alla perfezione". Secondo il professor Wang, nell’opera di questo maestro che viene considerato “il padre del Rinascimento”, il lettore può percepire pienamente l’apprezzamento per le persone e per le cose del mondo, la sua difesa dell'amore, dell'onore e della felicità terrena, e l'innegabile influenza delle sue idee sul pensiero delle generazioni successive.


Nel 2021 ricorre il 700° anniversario della morte di Dante, poeta italiano medievale e fondatore della lingua italiana moderna; in Cina il professor Wang Jun ha incontrato i lettori con la sua nuova traduzione della Divina Commedia. "Bisogna leggere Dante per capire il Medioevo, bisogna leggere Dante per capire il Rinascimento e bisogna leggere Dante per capire come siamo entrati nella cultura moderna. La Divina Commedia è un'enciclopedia". Il professor Wang Jun ha ripetutamente sottolineato questo punto nelle sue lezioni e da decenni insiste nell'offrire ai laureandi un corso sullo studio della Divina Commedia in lingua originale, nel tentativo di mettere gli studenti in contatto con i termini testuali dell'epoca: "La Divina Commedia è particolarmente ricca di immagini. Il suo linguaggio è ricco di fantasia, vivace ed estremamente dinamico, e vi farà entrare in un mondo speciale".


La Divina Commedia, un classico della letteratura rinascimentale, è stata tradotta in Cina da Qian Taosun, Wang Weike, Yu Gengyu, Zhu Weiji e altri grandi traduttori cinesi, in una varietà di stili, dal Chuci (“Canti del Sud”, un'antologia di poesie cinesi scritte da Qu Yuan e Song Yu), alla prosa o al vernacolo. Questa volta, al fine di preservare la bellezza della forma e del ritmo della Divina Commedia, rispettando il formato di scrittura volgare frequentemente usato dai cittadini di Firenze di 700 anni fa, il professore ha scelto il formato di letteratura cinese con canti di dieci sillabe, il cui ritmo è simile a quello dell’endecasillabo italiano. Combinando il linguaggio popolare con quello letterario, "questo formato letterario è cantabile e si adatta in gran parte al fatto che quando la Divina Commedia fu scritta, venne trasmessa alla grande maggioranza del pubblico attraverso la recitazione.  


“Le poesie partono dall’emozione”, anche gli occidentali vogliono conoscere la letteratura classica cinese


“Da un lato, noi cinesi leggiamo antichi classici occidentali come La Divina Commedia e l’Orlando Furioso, dall’altro lato, i lettori occidentali intendono conoscere la mentalità della Cina nelle diverse epoche, leggendo i classici della letteratura cinese classica.”


Il professor Wang Jun è stato invitato in Italia dall'Università L’Orientale di Napoli e dall’Università La Sapienza di Roma per tenere una conferenza sulla poesia cinese antica ai docenti e agli studenti della Facoltà di Lettere e Filosofia. "A quel tempo, molte persone mi chiesero se la poesia cinese antica fosse difficile da capire e se ci fossero occidentali interessati e in grado di comprenderla".


Dopo un'attenta riflessione, il professor Wang Jun ha deciso di parlare della poesia e della letteratura cinese da tre punti di vista: la musicalità e il ritmo, l'amore cinese e il senso pittoresco del linguaggio poetico. “La poesia è un’espressione letteraria musicale ed è un risultato che viene dall’emozione. Nell’opera antica cinese Wenxin Diɑolonɡ (Dragon Carving and the Literary Mind) si parla di questo concetto: le poesie partono dall’emozione; tanto nel passato quanto nel presente, queste cose sono comuni a tutti gli esseri umani.” Ha così detto il professor Wang, ricordando le sue esperienze alla Sapienza sugli scambi culturali delle opere classiche cinesi quali Book of Poetry e The Romance of The West Chamber; gli studenti italiani ascoltavano con grande interesse. C'è anche il senso pittoresco del linguaggio della poesia cinese, ad esempio, il sole oltre le montagne risplende; il Fiume Giallo scorre verso il mare. Quando mostri queste immagini, gli occidentali possono apprezzare la sua particolare bellezza.”


Arrivata l’epoca d’oro per la traduzione di opere letterarie italiane


Per tutto il XX secolo non sono stati tradotti in Cina molti libri italiani. Il professor Wen Zheng, direttore della facoltà di lingua italiana, dell'Università degli Studi Esteri di Pechino, ha effettuato una ricerca nella Biblioteca Nazionale e ha trovato un totale di 401 opere tradotte tra il 1900 e il 2000. Questa cifra è meno di un decimo del numero di opere sovietiche, americane o britanniche tradotte in Cina nello stesso periodo. Dal 2008, questo fenomeno è gradualmente migliorato, con 400 o 500 traduzioni all'anno, tra cui le celebri opere classiche millenarie e i best-seller che attirano i giovani cinesi. Si può dire che negli ultimi anni, sia l'industria editoriale che la traduzione letteraria hanno assunto un nuovo volto e sono entrate in una nuova fase.


“È questa l’epoca d’oro per la traduzione di opere letterarie italiane: sempre più persone iniziano a dedicarsi alla traduzione di opere classiche e contemporanee della letteratura cinese e italiana; inoltre, la qualità delle nostre traduzioni è sempre più alta e la letteratura italiana sta gradualmente passando da lettori di nicchia a lettori del popolo.” Come ha detto soddisfatto il professor Wang, anche i suoi ex studenti sono apparsi più volte come traduttori sulle copertine di vari libri italiani classici e contemporanei, ed è grazie agli sforzi di generazioni che oggi siamo in grado di vivere la letteratura italiana nella sua forma più piena e originale.


Durante la sua pausa dalle traduzioni, il professor Wang Jun, non molto bravo con i cellulari e i computer, ha iniziato a esplorare i nuovi audio-libri, aprendo un account su Wechat chiamato “Professor Wang Jun's Renaissance” su cui ha pubblicato suoi audio della Divina Commedia; “in questi giorni registro periodicamente pezzi della Divina Commedia, per poi pubblicarli sul mio account di Wechat. È come un gioco.” – dice il Professor Wang – “È mia intenzione usare il volgare come ha fatto Dante nella Divina Commedia, allo scopo di trasmetterla ad un pubblico più ampio possibile. Questo spiega perché io abbia scelto questo formato per la traduzione e perché io abbia deciso di registrarmi e farmi ascoltare dai lettori cinesi su internet. Intendo far conoscere la Divina Commedia ai giovani e alle persone comuni, affinché capiscano l’opera e sappiano che non è difficile, ma di facile lettura". 


Parlando di futuro, il Prof. Wang ha così indicato “se sarà possibile, mi occuperò del capolavoro di Matteo Maria Boiardo, l’Orlando Innamorato. Una volta completato, i lettori cinesi potrebbero avere una comprensione a 360 gradi della letteratura cavalleresca del Rinascimento.” Nel frattempo, ha costantemente incoraggiato insegnanti e studenti ad intraprendere la strada della traduzione di opere letterarie italiane e quella degli studi sul Rinascimento: “voglio piantare un seme per la causa della letteratura italiana e degli studi sul Rinascimento.”

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