Questa settimana i Mondiali Qatar 2022 ospiteranno la semifinale e la finale. Presto ci sarà un nuovo campione del mondo. Secondo alcuni i media occidentali hanno distolto l’attenzione dalle partite e da circa quindici giorni sono andati fuori tema: la CNN e il Washington Post hanno continuato a mostrare dubbi sulla cosiddetta questione del lavoro in Qatar; la BBC ha respinto di condurre la trasmissione della cerimonia d’apertura dei Mondiali e gira la voce che Londra vieti la pubblicità dei Mondiali sui mezzi pubblici.
Questi media occidentali che si definiscono “oggettivi” e “neutri” hanno ignorato l’impegno profuso dal Qatar nell’organizzazione di questa competizione sportiva, oltre allo spirito di unità e di ottimismo portato dal calcio nell’attuale, turbolento contesto mondiale. Questi media hanno cercato più volte di soffocare la fiamma dell’unità creata dallo sport, ostacolando proprio quell’unità che il calcio ha voluto creare. Mettono sé stessi in contrapposizione agli appassionati di sport di tutto il mondo con il bastone della strumentalizzazione sportiva.
“Se vuoi ottenere il successo, devi fare come me; se non assomiglierai a me, dovrò farti perdere”. Questa è l’interpretazione di Fawaz, scrittore kuwaitiano, sul comportamento dei media occidentali. Le sue parole riportano alla mente molti ricordi. Gli esempi simili non sono rari nella storia sportiva. La performance dei media occidentali è quasi la stessa durante le Olimpiadi di Soci, di Beijing e dei Mondiali Qatar 2022. Dietro questo comportamento si nasconde un radicato pregiudizio ideologico e la discriminazione razziale nei confronti di altre parti del mondo.
Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani, vice premier e ministro degli Esteri del Qatar ha detto che le critiche dei media occidentali siano “ipocrite”, “Alcuni non accettano che i Mondiali siano ospitati da un piccolo Paese del Medio Oriente,” ha aggiunto il vice premier. La ragione più profonda per ciò consiste nel “centralismo occidentale”.
Quando si parla di sport, si parla solo di sport. I “difensori dei diritti umani all’Occidentale” non sono benvenuti ai Mondiali in Qatar. Il rumore e le interferenze non potranno indebolire il fascino di calcio e passeranno come un soffio di vento.