Il 22 ottobre si è chiuso il 20º Congresso Nazionale del PCC. È stato adottato il nuovo Statuto del Partito e sono stati eletti gli organismi dirigenti: il Comitato Centrale ed i membri supplenti, assieme alla Commissione centrale per l'ispezione disciplinare. Nella prima sessione plenaria del CC, riunita domenica, sono stati eletti rispettivamente l’Ufficio politico ed il Comitato permanente dell’Ufficio politico.
Durante il Congresso, il tema del rapporto del Partito con la propria storia è stato importante. Il messaggio è chiaro: il PCC deve rivoluzionarsi continuamente, trasformarsi ed essere capace di rispondere alle continue sfide che si presentano sul suo cammino. Ma allo stesso tempo, deve saper preservare il proprio spirito originario ed essere capace di far vivere le ragioni ideali della sua fondazione e della missione storica. Passato e presente, idee ed azioni, ancora una volta, si intrecciano e ci aiutano a capire di più di questo Partito. Dove non conta soltanto saper amministrare: bisogna saper indirizzare il paese nella direzione giusta, quella che porterà al ringiovanimento della nazione cinese.
Questo obbiettivo è la tappa conclusiva di un lungo processo di modernizzazione, che vede impegnato il popolo cinese sin dagli albori del ’900. Questa modernizzazione non è semplicemente un percorso di crescita e sviluppo economico che permetterà di raggiungere un determinato standard. Ma è un cammino che lega a doppio filo crescita materiale e spirituale. Un processo di modernizzazione imperniato su due azioni: una tattica, fatta di politiche economiche, piani quinquennali, conferenze politiche etc. Ed una strategia, che mira a conferire una natura socialista al paese, in accordo con gli ideali e lo spirito con i quali i pionieri del PCC hanno fondato il partito nel 1921.
La realizzazione della modernizzazione socialista è fissata per l’anno 2035. Entro il quale, la Cina si propone di far crescere il PIL pro capite fino a renderlo pari a quello di un paese sviluppato. Di unirsi al novero di paesi più innovativi del mondo. Di modernizzare l'economia e la capacità di governo. E di adottare modelli di vita e di lavoro ecocompatibili.
Il Congresso Nazionale del PCC non è il momento nel quale si tracciano da zero, come schizzi su un foglio bianco, le direttrici del futuro. Ma è la sintesi di un lungo lavoro politico ed intellettuale che ha impegnato i protagonisti sin dagli anni – o addirittura sin dalle generazioni – precedenti.
È stato così anche per questo 20º Congresso nazionale. Dove si è avvertita forte l’urgenza della leadership cinese di dare un contributo anche alle governance globale, scossa fin nelle fondamenta da crisi profonde.
Si è ribadito l’impegno cinese all’apertura ed alla pace, coniugando sapienza e visione globale ad attenzione e cura per il proprio popolo. Perché è in quell’1,4 miliardi di individui che risiede il fondamento della sua legittimazione.