Scholz a Pechino parla all’Europa

2022-11-05 14:51:36

Germania e Cina hanno sviluppato negli ultimi 30 anni politiche economiche e commerciali che hanno innalzato il livello delle relazioni bilaterali al massimo. E la visita di Scholz subito dopo il 20º Congresso Nazionale del PCC, serve a ribadire la reciprocità delle relazioni bilaterali ed a cercare soluzioni alle esigenze dell’industria tedesca. Ma con questa visita, Scholz parla anche all’Europa intera.


Il cancelliere tedesco Olaf Scholz è atterrato ieri a Pechino assieme ad una nutrita delegazione di imprese tedesche per quella che è la prima visita di un leder europeo e del G7 in Cina subito dopo il 20º Congresso Nazionale del PCC. Il cancelliere tedesco ha accolto l’invito del presidente cinese ad organizzare una visita di Stato in Cina, nell’anno nel quale i due paesi festeggiano il cinquantesimo anniversario delle relazioni diplomatiche.

Scholz è il primo leader europeo a visitare la Cina da quasi tre anni. In questo periodo il mondo è profondamente cambiato e l’Europa sta fronteggiando una fortissima turbolenza economica innescata dalla crisi dell’energia a seguito del conflitto Russia - Ucraina. Il messaggio che giunge dalla diplomazia tedesca è importante e duplice.

In primo luogo la Germania intende proseguire la strada della cooperazione e della reciprocità con la Cina, in linea con le attività politiche e commerciali avviate già dagli anni ’90. In questi 30 anni, la Germania ha investito all’incirca 100 miliardi di euro ed ha integrato sempre più la propria manifattura con quella cinese, in continua a rapida trasformazione. I risultati, anche negli anni più complicati del Covid e della crisi economica, sono molto significativi: nel 2021, per il sesto anno consecutivo, la Cina è stata il più importante partner commerciale della Germania ed il volume degli scambi di merci tra i due Paesi è salito a oltre 245,3 miliardi di dollari nel 2021, da meno di 300 milioni di dollari all'inizio delle relazioni diplomatiche. Inoltre, stando ai dati del Ministero del Commercio cinese, nei primi nove mesi di quest'anno, gli investimenti diretti esteri in Cina sono aumentati del 18,9% rispetto all'anno precedente, raggiungendo i 155,3 miliardi di dollari.

In secondo luogo, Berlino vuole uscire dalla crisi che sta attanagliando l’Europa, trovando soluzioni immediate e concrete per la propria industria ed assicurandosi forniture di materie prime e semilavorati che garantiscano la propria continuità produttiva. Per questa ragione, ad accompagnare il cancelliere tedesco, c’erano anche i CEO di importanti ed iconiche aziende tedesche, di differenti settori industriali: automotive, abbigliamento sportivo, chimica e farmaceutica, elettronica, biotecnologie, etc.

La visita tedesca rappresenta, senza dubbio, una mossa importante e bisogna augurarsi che altri governi europei seguano questo esempio. Perché dopo il blocco della ratifica dell’Accordo sugli investimenti a maggio del 2021 ad opera del Parlamento Europeo, le relazioni tra l’eurozona e la Cina si sono progressivamente raffreddate. Proprio nel corso dell’incontro bilaterale, Xi Jinping ha sottolineato che è facile distruggere la fiducia reciproca in ambito politico, ma è difficile ricostruirla e questo richiede attenzione reciproca da entrambe le parti. A tal proposito, il  capo di Stato  ha citato una massima dell'ex cancelliere tedesco Schmidt: «i politici dovrebbero accettare le cose che non possono essere cambiate con serenità, cambiare quelle che possono essere cambiate con coraggio e usare la saggezza per discernere le differenze».

La crisi che i paesi europei stanno soffrendo, che è insieme economica, energetica ed intrecciata indissolubilmente con l’evolvere del conflitto ucraino, ha bisogno di una visione coraggiosa, che tuteli gli interessi fondamentali dei singoli paesi e dello spazio comunitario, isolando quelle pressioni che spingono per trasformare le relazioni internazionali in un terreno di scontro tra campi. Per questa ragione, la visita di Scholz a Pechino è importante. Non solo perché tutela le relazioni bilaterali tra il suo paese e la Cina, ma anche perché, così facendo, la Germania parla all’Europa intera e la spinge a riflettere sul suo futuro.

 

L'autore è Francesco Maringiò, presidente dell’Associazione italo-cinese per la promozione della Nuova Via della Seta



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