[In altre parole] Modernizzazione e sviluppo pacifico al 20º Congresso Nazionale del PCC

2022-11-04 16:14:20

Anche nell’approccio agli affari internazionali, si nota da parte del PCC un approccio complessivo che lega dimensione domestica e globale, visione generale e soluzioni concrete. Dal 20º Congresso Nazionale, indicazioni su come la Cina intende affrontare i cambiamenti profondi che stanno investendo il mondo

Viviamo tempi non ordinari. Anni nei quali la pace, lo sviluppo, la sicurezza e la governance globale è stretta tra i bisogni della maggioranza della popolazione mondiale ed il suo diritto ad una vita migliore e l’azione di alcune classi dirigenti che orientano la politica del proprio paese in direzione opposta alla tendenza storica alla pace ed allo sviluppo mondiale.

Di questa contraddizione vi è precisa contezza nella Risoluzione al 20º Congresso Nazionale del PCC, che parla esplicitamente di “cambiamenti come mai prima d’ora”, che investono “il nostro mondo, i nostri tempi e la storia”. Al punto che “il mondo è ancora una volta giunto a un bivio della storia ed il suo destino sarà deciso da tutti i popoli del mondo”. 

Il Congresso, che si è chiuso a Pechino il 15 ottobre e che è stato preparato con l’elezione dei delegati ed una discussione politica durata più di un anno, ha dedicato grande attenzione al tema internazionale. Come è caratteristica del PCC, tale aspetto è stato analizzato in modo complessivo ed olistico, senza slegarlo dal percorso storico che la Nuova Cina ha intrapreso, ma anzi inserendolo in una prospettiva più ampia e generale. La promozione della pace e della governance globale è una delle componenti del processo di modernizzazione del Paese che, come abbiamo imparato, è una delle chiavi per comprendere le direttrici del Congresso e quindi del futuro della Cina.

La Cina è impegnata a trasformare il proprio modello di sviluppo, per spingere l’innovazione e porre le basi materiali per il raggiungimento degli obbiettivi di medio e lungo periodo. Tale trasformazione non avviene in un processo di chiusura ed isolamento dal mondo, tutt’altro: in questi anni Pechino si è impegnata ad allineare il proprio percorso di sviluppo a quello dei paesi vicini ed i partner coinvolti nel progetto Belt and Road Initiative. La filosofia alla base della “doppia circolazione” lo dimostra: il flusso interno deve equilibrarsi con quello “esterno” proprio per determinare un bilanciamento costante dei processi economi tra la dimensione domestica e quella internazionale.

Soprattutto, la Cina ha proposto che i Paesi in via di sviluppo beneficino di sostegni (è per questo che i cinesi hanno attuato l’iniziativa del G20 di sospensione del debito, hanno aderito a Covax etc.) ed ha insistito affinché venga loro garantita un’accelerazione della crescita, attraverso politiche adeguate alla riduzione del divario Nord-Sud. Contemporaneamente, la Cina ha proposto di riformare il sistema di governance globale partendo da un’ampia consultazione e ponendo a fondamento il fatto che il sistema internazionale deve essere imperniato sull’ONU e deve garantire benefici condivisi per tutti.

La leva economica, attraverso lo sviluppo della propria economia e le azioni politiche che permettono la crescita delle altre aree del mondo, definiscono una delle caratteristiche della governance che la Cina propone al mondo e che sancisce – come ribadito dalla Risoluzione al Congresso – l’adesione al “giusto percorso di globalizzazione economica”.

Accanto ad esso, emergono altre caratteristiche della governance promossa dal PCC. L’Iniziativa di sviluppo globale, per esempio, fornisce un quadro di promozione multilaterale dello sviluppo incentrandolo su relazioni paritarie tra i paesi e spinge ad abbandonare una prospettiva basata sulla competizione, la somma zero e la guerra. L’Iniziativa di sicurezza globale, invece, delinea una strategia di gestione di controversie e divergenze attraverso il dialogo, la consultazione e la cooperazione internazionale per far fronte, in modo coordinato, alle minacce alla sicurezza o allo sviluppo del terrorismo.

Infine, la più famosa proposta della Comunità umana dal futuro condiviso disegna una caratteristica essenziale che dovrebbe avere la governance globale, per garantire il pieno rispetto delle diversità e delle differenti civiltà mondiali, favorendo scambi ed apprendimento reciproco.

Emerge così, abbastanza chiaramente, come la strategia cinese per questo tempo, caratterizzato da incertezze e dall’emergere di gravi tensioni sul quadro internazionale, minacciato da guerre, terrorismo ed instabilità, si articoli in diverse proposte, iniziative e strategie che disegnano non solo una architettura internazionale multilaterale, ma che definiscono il percorso di modernizzazione con caratteristiche cinesi. Comprenderlo, è fondamentale per poter cogliere le opportunità che tale sviluppo offre al mondo intero.


L'autore è Francesco Maringiò, presidente dell’Associazione italo-cinese per la promozione della Nuova Via della Seta

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