[In altre parole] Grande diplomazia cinese: prosperità comune e destino condiviso

2022-10-23 20:46:59

Negli ultimi 10 anni la rete cinese di amici e partnership ha continuato ad ampliarsi significativamente, confermando ed accrescendo l’importanza dello status mondiale della Cina (in termini di funzioni e responsabilità). Il paese è divenuto il più influente portavoce dell’idea dell’eguaglianza tra i popoli, opponendosi al bullismo internazionale, alla legge del più forte, e facendosi promotore di una rinnovata governance globale con al centro l’ONU, il rafforzamento di organizzazioni multilaterali, come la SCO, e la condivisione dello sviluppo socioeconomico attraverso una più marcata cooperazione multilivello: per condividere i benefici dello sviluppo e sostenere la prosperità comune dell’umanità.

La Cina ha rapporti diplomatici stabili con 181 paesi del mondo (erano 172 dieci anni fa) ed ha stabilito 113 partnership con paesi e organizzazioni regionali (erano 41 dieci anni fa). Questi pochi numeri sono sufficienti a dimostrare l’attivismo cinese nell’accrescere legami e relazioni al fine di dare un contributo secondo le proprie aspirazioni, che coincidono con quelle dell’umanità intera. Ma andiamo a vedere di cosa si tratta.    

Nel corso della lunga strada verso la piena modernizzazione (2035) e la costruzione di un paese socialista forte ed armonico (2049), la Cina continua ad integrare sperimentazione interna e condivisione internazionale.

Senza mai perdere l’attenzione sulle esigenze dello sviluppo nazionale, guidato dagli interessi del popolo, il XX Congresso Nazioanle del PCC ha confermato la ferrea volontà di voler ispirare il mondo con il proprio esempio, sulla base dei principi universali di coesistenza pacifica, sviluppo condiviso, uguaglianza tra i popoli, multilateralismo e cooperazione win-win.

I concetti più importanti che troviamo nel rapporto di Xi Jinping - come ad esempio quelli di modernizzazione socialista, di grande diplomazia con caratteristiche cinesi, di comunità umana dal futuro condiviso ecc. - sono il frutto della storia della Repubblica popolare, incardinata a sua volta in un processo di civilizzazione durato migliaia di anni. Tali concetti, che rappresentano delle vere e proprie aspirazioni al miglioramento della qualità di vita dei cittadini cinesi e dei popoli del mondo, sono stati via via affinati attraverso l’esame critico della storia del PCC e del Paese (si vedano le tre risoluzioni 1945, 1981 e 2021) ed attraverso una costante sperimentazione di politiche pensate e praticate sempre nell’ambito di visioni di lungo termine: guardando al paese ed al suo ruolo nel mondo.  

Ciò premesso, gli obiettivi della realizzazione della prosperità comune (riduzione delle disuguaglianze e miglioramento generalizzato del popolo e del rapporto uomo-natura), della costruzione di nuove forme di relazioni internazionali e di una comunità umana dal futuro condiviso (XIX Congresso PCC) confermano la costante integrazione del percorso di sviluppo domestico (socialismo con caratteristiche cinesi) con la visione globale della Cina attraverso il tempo.

Prendendo in prestito le parole di Michael Dunford, che ha recentemente dedicato uno studio al senso e all’evoluzione della “prosperità comune”, come idea e ambizione cinese, è importante ricordare che: “La realizzazione della prosperità comune fa eco alla costruzione di una comunità dal futuro condiviso per l'umanità. La costituzione di una divisione internazionale del lavoro ha creato un mondo in cui i paesi sviluppati, con le loro tecnologie industriali e militari relativamente avanzate e il loro potere finanziario, estraggono valore dai paesi in via di sviluppo, riproducendo un divario globale tra ricchi e poveri. La prosperità comune come ambizione nazionale ha (dunque) una controparte nella domanda globale di sviluppo condiviso…”. Per fare un esempio, ricordiamo che alla base delle numerose richieste di adesione al gruppo BRICS e alla SCO (aumentate negli ultimi anni) c’è proprio un sentire comune di molti paesi (tradizionalmente definiti “periferici” o “semiperiferici”) che riguarda il bisogno condiviso di emancipazione dalle trappole di dipendenza create dall’imperio occidentale, la cui sintesi è oggi data dal sistema US-Nato ed in precedenza dagli imperi europei.

L'autore Fabio Massimo Parenti è professore associato di studi internazionali e Ph.D. in Geopolitica e Geoeconomia. 

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