Negli ultimi anni, la cooperazione economico-commerciale tra Cina e Italia è cresciuta a un ritmo piuttosto veloce, con un andamento altalenante degli scambi bilaterali. Nel 2021, il commercio bilaterale tra i due Paesi ha raggiunto il livello record di 73,95 miliardi di dollari, con un aumento delle esportazioni italiane verso la Cina del 36,3%. L’ambasciatore d’Italia in Cina Luca Ferrari ha rilevato che negli ultimi 10 anni il commercio tra Italia e Cina è cresciuto velocemente e che in questo periodo i due Paesi hanno mantenuto stretti contatti e portato avanti collaborazioni nei settori degli investimenti, dell’istruzione, della scienza e tecnologia, culturale e così via. Più di 1.300 aziende italiane si sono stabilite in Cina, dove producono e forniscono servizi per il mercato cinese e asiatico, realizzando notevoli profitti.
La Cina ha continuato ad accelerare il ritmo di apertura verso il mondo esterno. Oltre ad aumentare le importazioni, ha continuamente ottimizzato il contesto imprenditoriale, ampliando le sue capacità attrattive per gli investimenti esteri. Il Direttore dell’Agenzia ICE di Pechino e Coordinatore delle Rete ICE/ITA in Cina e Mongolia, Gianpaolo Bruno ritiene che l’economia cinese presenti grandi margini di crescita nel medio-lungo termine e che saprà sviluppare tutto il proprio potenziale. L’obiettivo di raggiungere un nuovo modello di sviluppo basato sulla Doppia Circolazione interna e internazionale, fornirà un impulso importante per lo sviluppo futuro dell'economia cinese.
Di fronte a varie prove, l’economia cinese ha dimostrato grandi doti di resilienza e ora presenta anche tutto il proprio potenziale di ripresa e di crescita economica. Egli ha sottolineato che, in qualità di uno dei maggiori mercati del mondo, nonché di seconda potenza economica del pianeta, la Cina apporta, con lo sviluppo economico e il miglioramento dei consumi, grandi opportunità ai prodotti di alta qualità italiani; le imprese italiane potranno trarre beneficio da questa lunga ondata di crescita e dallo sviluppo economico cinese nel medio lungo periodo.
Il modello italiano di commercio internazionale specializzato, con i suoi vantaggi competitivi determinati da qualità, creatività, innovazione e design, si adatta perfettamente al modello di domanda dell'economia cinese in termini di beni di consumo e di investimento. Fin dalla prima China International Import Expo, l'Italia è sempre stata uno dei paesi partecipanti importanti. Alla quarta CIIE hanno partecipato circa 110 aziende italiane, con una superficie espositiva di oltre 10.000 mq. Hanno partecipato positivamente all’Expo anche la Camera di Commercio Italo-Cinese, la Fondazione Italo-Cinese, l'Associazione Italiana per il Commercio Estero e la Commissione Italiana per il Commercio Estero, impegnate a diffondere nel mercato cinese il concetto di "qualità italiana, design italiano" e introdurre in Cina un maggior numero di prodotti italiani di fascia alta e promuovere ulteriormente le esportazioni verso la Cina. Nel 2022 il China International Import Expo inaugurerà la quinta sessione; quest’anno ricorre anche l’Anno della cultura e del turismo Italia-Cina.
Marco Bettin, direttore operativo della Fondazione Italia-Cina e segretario generale della Camera di Commercio Italo-Cinese ha affermato che la diffusione dell'epidemia su scala mondiale ha portato molte difficoltà alle operazioni commerciali; ma, nonostante ciò, ci sono ancora molte aziende italiane che mostrano un forte interesse a partecipare alla Fiera, vedendola come un'importante opportunità di business e un importante evento per esplorare le potenzialità del mercato". Il “Made in Italy” è più in linea con la crescente richiesta di prodotti di alta qualità e tecnologicamente avanzati da parte del gruppo cinese a reddito medio. "Penso che le aziende italiane, in particolare le PMI, non possano concentrarsi solo sull'esportazione di beni e servizi in Cina. Nel medio e lungo termine, dovrebbero impegnarsi attivamente ed espandere la cooperazione a livello locale per sviluppare prodotti e servizi in Cina. Anche il “Made in China” sta migliorando le proprie tecnologie e la qualità; le imprese dei due paesi dovrebbero dialogare e cooperare in modo da guadagnare congiuntamente una posizione sul mercato internazionale".
Negli ultimi anni, la Cina sta attivamente ampliando la gamma di prodotti importati, ottimizzando la rosa delle importazioni al dettaglio del commercio elettronico transfrontaliero e sviluppando nuovi modelli di business come l'e-commerce transfrontaliero. Attraverso l’e-commerce “Via della Seta on-line” i consumatori cinesi hanno continuato ad inserire nei loro carrelli prodotti agroalimentari, di bellezza, di moda, per la maternità e la salute provenienti da tutto il mondo, Italia compresa.
Gianpaolo Bruno ha affermato di essere molto ottimista sulle nuove opportunità che il commercio transfrontaliero sta offrendo alle aziende italiane attraverso le piattaforme di e-commerce cinesi. “Grazie all'e-commerce, è possibile per le aziende italiane vendere i propri prodotti sul mercato cinese senza dover registrare una propria entità legale in Cina. Ritengo inoltre che le grandi piattaforme di e-commerce in Cina stiano giocando un ruolo enorme nel consentire a molte aziende italiane, soprattutto alle PMI, di accedere al mercato cinese e vendere i propri prodotti.”
Il 5 settembre, si è tenuta a Beijing la China International Fair for Trade in Services (CIFTIS) del 2022. Quest’anno ha partecipato per la prima volta alla CIFTIS la “delegazione nazionale italiana”, concentrandosi sul “soft power” italiano, tra cui turismo, arte e cultura, ristorazione, trasporti e logistica, anzi servizi informatici. Il tema della CIFTIS di quest’anno è “La cooperazione nei servizi promuove lo sviluppo, l’innovazione verde accoglie il futuro”. Luca Ferrari ha tra l’altro valutato positivamente i principi e le misure messe in atto dalla Cina per realizzare uno sviluppo sostenibile. Egli ha rilevato che l’obiettivo avanzato dalla leadership cinese di passare dal raggiungimento del picco delle emissioni di carbonio alla neutralità carbonica in 30 anni è di per sé uno sforzo enorme e che l’economia verde potrà giocare un ruolo sempre più significativo nel quadro della cooperazione economica italo-cinese.
In questo contesto, l’Italia ha sviluppato negli ultimi venti - trent'anni capacità molto importanti nel campo dell'economia sostenibile, dell'economia verde e delle energie alternative. Sta dunque collaborando molto con la Cina nello sviluppo dell'utilizzo dell'idrogeno, tanto come energia abitativa, quanto – ma anche soprattutto – come energia produttiva: in altre parole, utilizzare l'idrogeno per produrre l'acciaio ad esempio. La Cina è il più grande produttore di acciaio al mondo. Se utilizzasse l'idrogeno anziché il carbone per produrre l'acciaio, inquinerebbe di meno. In tutti questi settori la tecnologia e la capacità industriale italiana nel settore delle rinnovabili sono molto forti, molto avanzate ed estremamente sofisticate. La Cina si sta avvalendo sempre più di tali tecnologie e capacità. Sono certo che la green economy avrà un ruolo crescente nello sviluppo delle relazioni economiche italo-cinesi.
Ogni progetto, ogni ordine e ogni pacco trasmette il desiderio dei consumatori cinesi di una vita migliore, e testimonia la determinazione del Paese nel trasformare un grande mercato di 1,4 miliardi di persone in un mercato veramente globale. Si ritiene che con l'aiuto dell'EXPO di Shanghai, dell’economia digitale e delle piattaforme internet, la cooperazione economica e commerciale Cina-Italia esplorerà ulteriori opportunità di cooperazione e il "Made in Italy" sarà maggiormente conosciuto e apprezzato in Cina.