Negli ultimi giorni, nel corso della 51esima sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, il rappresentante cinese ha espresso seria preoccupazione per l’applicazione discriminatoria della legge nei confronti dei discendenti delle minoranze etniche da parte delle forze dell’ordine degli Stati Uniti e di altri paesi, chiedendo loro di individuare correttamente i propri gravi problemi di razzismo e di discriminazione razziale e di attuare efficacemente la “Dichiarazione e il Piano d’azione di Durban” (DDPA), così da evitare il ripetersi della “tragedia di Floyd”.
Perché l’applicazione in forma violenta della legge nei confronti degli afroamericani è così diffusa negli Stati Uniti? In definitiva, ciò riflette il razzismo profondamente radicato nella società americana. Nello scorso agosto, nel corso dell’esame dell’attuazione da parte Usa della Convenzione internazionale sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale, la Commissione dell’Onu per l’eliminazione della discriminazione razziale ha criticato il problema radicato della discriminazione razziale all’interno del paese. Anche alla 51esima sessione in corso del Consiglio per i diritti umani dell’Onu, tutti i partecipanti hanno esortato gli Usa a intraprendere azioni concrete per affrontare il sistematico razzismo interno.
Di fronte alle critiche della comunità internazionale, gli Usa dovrebbero rivedere e modificare in modo completo le proprie leggi, politiche e misure discriminatorie, indagare a fondo sui casi di applicazione violenta della legge, punire i responsabili e risarcire le vittime. Quando gli USA interferiscono grossolanamente negli affari degli altri paesi nel nome dei diritti umani, dovrebbero prima “ricucire le toppe dei propri abiti e ripulire la propria casa”.