Il 22 settembre il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha convocato durante l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, una conferenza dei ministri degli Esteri dei “Partners in the Blue Pacific (PBP)”, durante la quale ha dichiarato che gli Usa si dedicheranno in modo approfondito allo sviluppo della regione pacifica, procederanno alla cooperazione nei settori della lotta al cambiamento climatico e di rafforzamento della costruzione delle infrastrutture. Secondo gli analisti internazionali, si tratta della preparazione per il primo Summit USA-isole del Pacifico” previsto a Washington per fine settembre.
Il PBP è stato fondato a giugno del 2022, con cinque paesi fondatori: Usa, Regno UNito, Australia, Giappone e Nuova Zelanda, mentre l’India è stata inserita come paese osservatore. Dal punto di vista della struttura, si tratta di una copia del “QUAD” e dell’“AUKUS”. Sebbene la sua dichiarazione consiste nel rafforzamento con i Paesi delle isole del Pacifico della cooperazione nei settori del cambiamento climatico, della sicurezza marittima e sanitario, gli obiettivi reali non sono puri. Secondo i media americani, il PBP è destinato a contenere l’influenza sempre maggiore della Cina nella regione del Pacifico meridionale.
Non solo il PBP, secondo gli analisti internazionali, dall’inizio del 2022, gli Stati Uniti hanno esercitato nei confronti delle isole del Pacifico una serie di lavori diplomatici. A febbraio scorso, Antony Blinken è diventato il primo segretario di Stato Usa che abbia visitato le isole Fiji negli ultimi 37 anni; ad aprile successivo, il coordinatore per gli affari dell’Indo-Pacifico della Commissione di sicurezza della Casa Bianca Kurt Campbell ha visitato le isole Salomone; a luglio scorso, la vice presidente Kamala Harris ha dichiarato l’intenzione di aprire nella regione pacifica due nuove ambasciate; nel mese successivo, il sottosegretario di Stato Wendy Sherman ha visitato i Paesi delle isole del Pacifico...
Nella mappa geografica degli Stati Uniti, il Pacifico meridionale da lungo tempo non ha destato attenzione, dunque come proprio ora è divenuto una regione importante? Secondo il deputato americano Steve Chabot, l’accordo sulla sicurezza bilaterale firmato all’inizio dell’anno tra Cina e isole Salomone ha rafforzato il senso di urgenza degli Stati Uniti, che ha devuto ampliare la sua influenza nella regione per contenere la Cina. Kurt Campbell ha indicato pubblicamente la Cina, riconoscendo che ci sono i fattori strategici innegabili sull’intensificazione delle attività nella regione pacifica.
Per questi paesi delle isole del Pacifico, la missione più urgente consiste nel fatto che affronteranno le sfide del cambiamento climatico e quelle apportate dalla pandemia. Se gli Stati Uniti vorranno aiutare le isole del Pacifico nello sviluppo, dovranno realizzare tutte quello che hanno detto, ossia procedere alla cooperazione paritaria e di mutuo vantaggio con i paesi delle isole, e rispettare i loro diritti dei contatti con l’estero in modo indipendente e autonomo, senza truccare sulla geografia e aggiungere qualsiasi condizione politica. Gli Stati Uniti sono in grado come al solito di fare più promesse, ma quello di cui ha bisogno il mondo sono azioni sincere.